Andrea Rossi e Francesco Rigatelli su La Stampa del 15.6.2008 fanno un resoconto dei risultati degli scrutini di questo anno scolastico. Era dal 1995, l'ultimo anno in cui si poteva essere "rimandati a settembre" che sull'estate degli studenti (e delle famiglie), non incombevano gli esami di riparazione a settembre. Di diverso c'è solo che, stavolta, ci sono pure i corsi di recupero da frequentare con tanto di rientro anticipato dalle vacanze. "A Torino e Milano i verdetti sono già arrivati. Roma è in ritardo. A giudicare dai primi dati sugli scrutini il ritorno all’antico non sarà un affare per pochi «somari»: il venticinque per cento si troverà alle prese con la paura della grande beffa, lo stillicidio delle vacanze trascorse alle prese con l’ansia da bocciatura. Arriverà a fine agosto senza sapere ancora se dovrà ripetere l’anno". Esattamente come succedeva fino a tredici anni fa. L'articolo prosegue riportando i dati e le testimonianze dei dirigenti scolastici di licei e istituti tecnici di Roma e Milano. Al liceo classico Berchet di Milano su 1082 studenti, 198 dovranno tornare a settembre. Innocenzo Pessina, il dirigente scolastico, conferma la tendenza: «Il nuovo sistema ha fatto sì che si prendessero decisioni nette: i 5-5,5 sono diventati 6, ma chi aveva più di tre debiti è stato bocciato sul serio».
La paura di essere rimandati, o addirittura non ammessi alla classe successiva, ha spinto molti studenti a studiare e impegnarsi di più. Riccardo Gallarà, preside del liceo scientifico Giordano Bruno di Torino (10% di bocciati e 33% di rimandati), afferma: «Abbiamo insinuato negli studenti una sana dose di strizza, e loro hanno studiato di più, anche se non sempre è servito». Nino Lucchesi, vicepreside dell’istituto Rosa Luxemburg (bocciati 14%, rimandati 25), prova ad articolare il concetto: «Chi aveva due o tre insufficienze sapeva di rischiare grosso. Così si è dato da fare. Le scuole hanno fatto il resto, organizzando corsi di recupero in primavera».
Nonostante gli sforzi delle scuole - e i corsi di recupero in primavera - la mannaia è scattata senza appello. Il ritorno all’antico ha portato uno studente su quattro sulla soglia della bocciatura, senza contare quelli che non dovranno aspettare settembre per conoscere il verdetto perché sono già stati respinti.
Il presidente dell’Associazione presidi, Giorgio Rembaudo, plaude all’«iniziativa di introdurre il recupero immediato del debito. Ha funzionato, sia come deterrente, sia come sanzione, punendo i meno bravi. Chi, come accadeva spesso, a un certo punto dell’anno abbandonava alcune materie con la certezza di essere comunque promosso, stavolta se ne è ben guardato, oppure l’ha pagata cara». Come quella classe dell’istituto professionale Giulio di Torino: 18 studenti, sette bocciati e sette rimandati.
Severità e controllo: «Se fino all’anno scorso i debiti si recuperavano durante l’anno successivo, e spesso non si recuperavano affatto, adesso si dovrà rimediare subito», aggiunge Rembaudo. Dentro o fuori, il ritorno della grande paura.
I presidi non esitano ad ammettere che, quest’anno, si è studiato di più. «Nel questionario di fine anno» racconta Camillo Di Menna, preside dell’istituto Steiner di Torino (sedici per cento di rimandati) «i ragazzi hanno scritto di aver trascorso sui libri un’ora in più al giorno rispetto all’anno scolastico precedente». Non é molto, ma almeno si può sperare in un'inversione di tendenza. Sebbene le criticità di questa nuova modalità di recupero siano numerose e richiedano aggiustamenti e miglioramenti, credo sia la strada giusta da percorrere.
La paura di essere rimandati, o addirittura non ammessi alla classe successiva, ha spinto molti studenti a studiare e impegnarsi di più. Riccardo Gallarà, preside del liceo scientifico Giordano Bruno di Torino (10% di bocciati e 33% di rimandati), afferma: «Abbiamo insinuato negli studenti una sana dose di strizza, e loro hanno studiato di più, anche se non sempre è servito». Nino Lucchesi, vicepreside dell’istituto Rosa Luxemburg (bocciati 14%, rimandati 25), prova ad articolare il concetto: «Chi aveva due o tre insufficienze sapeva di rischiare grosso. Così si è dato da fare. Le scuole hanno fatto il resto, organizzando corsi di recupero in primavera».
Nonostante gli sforzi delle scuole - e i corsi di recupero in primavera - la mannaia è scattata senza appello. Il ritorno all’antico ha portato uno studente su quattro sulla soglia della bocciatura, senza contare quelli che non dovranno aspettare settembre per conoscere il verdetto perché sono già stati respinti.
Il presidente dell’Associazione presidi, Giorgio Rembaudo, plaude all’«iniziativa di introdurre il recupero immediato del debito. Ha funzionato, sia come deterrente, sia come sanzione, punendo i meno bravi. Chi, come accadeva spesso, a un certo punto dell’anno abbandonava alcune materie con la certezza di essere comunque promosso, stavolta se ne è ben guardato, oppure l’ha pagata cara». Come quella classe dell’istituto professionale Giulio di Torino: 18 studenti, sette bocciati e sette rimandati.
Severità e controllo: «Se fino all’anno scorso i debiti si recuperavano durante l’anno successivo, e spesso non si recuperavano affatto, adesso si dovrà rimediare subito», aggiunge Rembaudo. Dentro o fuori, il ritorno della grande paura.
I presidi non esitano ad ammettere che, quest’anno, si è studiato di più. «Nel questionario di fine anno» racconta Camillo Di Menna, preside dell’istituto Steiner di Torino (sedici per cento di rimandati) «i ragazzi hanno scritto di aver trascorso sui libri un’ora in più al giorno rispetto all’anno scolastico precedente». Non é molto, ma almeno si può sperare in un'inversione di tendenza. Sebbene le criticità di questa nuova modalità di recupero siano numerose e richiedano aggiustamenti e miglioramenti, credo sia la strada giusta da percorrere.
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