Segnalo un libro, edito nel 2005 da Il Poligrafo di Padova, dal titolo "Donne in filosofia - Percorsi della riflessione femminile contemporanea" a cura di Bruna Giacomini e Saveria Chemotti. Si tratta di un libro che fa parte di una collana dal titolo significativo: "Soggetti rivelati - ritratti, storie, scritture di donne" a cura di Saveria Chemotti, docente di Letteratura italiana contemporanea presso il Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Padova. Nella Introduzione, Bruna Giacomini, professore di Storia della Filosofia a Padova, afferma che "parlando di filosofia femminile o di filosofia delle donna, non si intende in alcun modo riferirsi al lato femminile della filosofia, a quanto i filosofi hanno pensato essere il proprium del femminile". Le autrici non intendono "né accettare, nè riprodurre [...] la logica binaria propria della tradizione filosofica, che alla trasparenza e all'unità della ragione ha opposto l'ambiguità e la molteplicità della sensibilità, alla codificazione del diritto il carattere personale di rapporti non inscrivibili entro leggi, o alla riduzione logico-concettuale la più articolata e complessa forma narrativa". L'intento delle curatrici, che in questo libro raccolgono contributi di diverse studiose, é invece quello di dare una sorta di visibilità a ciò che le donne hanno pensato ed espresso in filosofia e non "a ciò che di esse, su di esse, nonostante esse é stato pensato". Se si seguisse l'inserimento del pensiero delle donne nella tradizione filosofica, solo con l'intento di completarla senza cambiarne la fisionomia, si correrebbe il rischio, come avverte Giacomini, di mettere in luce la metà di un intero che le donne non hanno contribuito a formare. Questo, rappresenterebbe un "inserimento" forzato in "un orizzonte che non semplicemente [alle donne] é estraneo, ma che si é costituito a partire in forza della loro esclusione". Non è dunque una filosofia delle donne all'interno di uno scenario contemporaneo in cui trovano spazio diverse filosofie, o una filosofia dell'altro, ma vuole essere una riflessione in cui "riconoscere e ricostruire momenti e luoghi di un pensiero che prende corpo e si sviluppa al di fuori di ogni simmetria e di complementarità con quello maschile". L'assenza delle donne dalla tradizione filosofica, non le rende estranee al modo di pensare e alle idee tipiche che si sono sviluppate nella filosofia a partire dal pensiero maschile, pensiero dominante. Non é un abbandono della tradizione, ma è un tentativo di "osservare [la filosofia] in controluce o di visitarne i margini, rinvenendo le tracce di percorsi che restano tuttavia sempre e inevitabilmente intrecciati e in relazione con quelli della filosofia degli uomini". Attraverso l'analisi del "sentire" della sensibilità per "l'altro" che le donne sperimentano quotidianamente, sembra svelarsi una modalità in cui "colei o colui che é toccato non ritorna a sé reagendo all'altro con amore o con odio, e così sottraendosi alla sua azione, ma si fa contaminare, investire, travolgere dall'altro". Libro impegnativo, ma affascinante che apre alla riflessione sulla condizione della donna, sulla sua subalternità sancita da un pensiero maschile, sul diritto di cittadinanza e sulla questione del potere. Tutti temi, questi, sui quali il punto di vista delle donne é importante e sui quali non si è dibattuto ancora abbastanza. Non é, naturalmente, una lettura solo "da donne" e l'invito a leggerlo é esteso a tutti.
giovedì 1 maggio 2008
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