La provincia di Bolzano ha commissionato a una società di studi demoscopici, la Apollis, una ricerca durata un anno, sull'orario e il carico di lavoro degli insegnanti nella provincia di Bolzano. La ricerca sfata uno dei più diffusi luoghi comuni che vede gli insegnanti come dei "nullafacenti". Il risultato della ricerca ha invece messo in luce che i professori sono in testa alle ore lavorate tra gli statali.
In un articolo del quotidiano La Repubblica.it dell'8 maggio dal titolo "Fai l'insegnante? Lavoro comodo. Ma adesso non è più vero", Salvo Intravaia, commenta i dati emersi dalla ricerca ed afferma che la risposta più diffusa quando si dice che il proprio lavoro é quello di insegnante, é: "Fai l'insegnante? Comodo! Lavori 18 ore a settimana e hai tre mesi di ferie all'anno, oltre alle vacanze di Natale e Pasqua". Naturalmente gli insegnanti si risentaono di questo luogo comune, ma adesso arriva uno studio che dimostrerebbe che gli insegnanti lavorano più degli altri impiegati pubblici. Quanto lavorano effettivamente gli insegnanti? Oltre alle ore passate in cattedra, a quanto ammonta tempo dedicato alla scuola (il cosiddetto lavoro sommerso)? "L'esigenza di effettuare uno studio sull'orario e sul carico di lavoro degli insegnanti è emersa nel corso delle recenti negoziazioni sul contratto collettivo provinciale per il personale docente delle scuole elementari, medie e superiori", spiegano i ricercatori. Secondo la società Apollis, mediamente un docente lavora 1.643 ore all'anno. Monte ore che suddiviso per le settimane lavorative di un anno scolastico riservano a maestri e professori un grande lavoro, con lezioni, riunioni e organizzazione del lavoro che oltre alle mattine occupano spesso buona parte dei pomeriggi. Anche perché la gran parte delle attività lavorative si concentra nelle 33/35 settimane di lezione che formano un intero anno scolastico.
Il contratto degli insegnanti della provincia autonoma di Bolzano si discosta pochissimo da quello sottoscritto dai sindacati nazionali della scuola per tutti gli altri insegnanti italiani. Per questo, il risultato dell'indagine si può estendere ai docenti di tutte le altre regioni, dalla Sicilia alla Lombardia. Gli oltre 5 mila insegnanti della provincia di Bolzano che hanno partecipato alla ricerca sono stati seguiti per un intero anno scolastico. Le loro attività, dei periodi più pesanti (lezioni, esami e scrutini) e di quelli meno impegnativi, sono state così monitorate per 12 mesi. Ne risulta un quadro piuttosto sorprendente. Gli insegnanti che lavorano di più sono quelli delle superiori.
In un articolo del quotidiano La Repubblica.it dell'8 maggio dal titolo "Fai l'insegnante? Lavoro comodo. Ma adesso non è più vero", Salvo Intravaia, commenta i dati emersi dalla ricerca ed afferma che la risposta più diffusa quando si dice che il proprio lavoro é quello di insegnante, é: "Fai l'insegnante? Comodo! Lavori 18 ore a settimana e hai tre mesi di ferie all'anno, oltre alle vacanze di Natale e Pasqua". Naturalmente gli insegnanti si risentaono di questo luogo comune, ma adesso arriva uno studio che dimostrerebbe che gli insegnanti lavorano più degli altri impiegati pubblici. Quanto lavorano effettivamente gli insegnanti? Oltre alle ore passate in cattedra, a quanto ammonta tempo dedicato alla scuola (il cosiddetto lavoro sommerso)? "L'esigenza di effettuare uno studio sull'orario e sul carico di lavoro degli insegnanti è emersa nel corso delle recenti negoziazioni sul contratto collettivo provinciale per il personale docente delle scuole elementari, medie e superiori", spiegano i ricercatori. Secondo la società Apollis, mediamente un docente lavora 1.643 ore all'anno. Monte ore che suddiviso per le settimane lavorative di un anno scolastico riservano a maestri e professori un grande lavoro, con lezioni, riunioni e organizzazione del lavoro che oltre alle mattine occupano spesso buona parte dei pomeriggi. Anche perché la gran parte delle attività lavorative si concentra nelle 33/35 settimane di lezione che formano un intero anno scolastico.
Il contratto degli insegnanti della provincia autonoma di Bolzano si discosta pochissimo da quello sottoscritto dai sindacati nazionali della scuola per tutti gli altri insegnanti italiani. Per questo, il risultato dell'indagine si può estendere ai docenti di tutte le altre regioni, dalla Sicilia alla Lombardia. Gli oltre 5 mila insegnanti della provincia di Bolzano che hanno partecipato alla ricerca sono stati seguiti per un intero anno scolastico. Le loro attività, dei periodi più pesanti (lezioni, esami e scrutini) e di quelli meno impegnativi, sono state così monitorate per 12 mesi. Ne risulta un quadro piuttosto sorprendente. Gli insegnanti che lavorano di più sono quelli delle superiori.
Ma ecco i dati: secondo lo studio, i docenti di ruolo lavorano 1.660 ore in un anno, i supplenti 1.580 ore. Fra tutti i docenti, sono quelli delle scuole superiori, con 1.677 ore annue, a dedicare maggior tempo alla scuola. I prof della media lavorano 1.630 ore. L'impegno varia anche fra uomini (1.648 ore) e donne (1.639 ore in un anno) e con l'età: lavorano molto i docenti di età compresa fra i 30 e i 39 anni, che lavorano quasi 1.700 ore all'anno. Tutti numeri riferiti ai docenti a tempo pieno, perché i loro colleghi in regime di part-time lavorano ovviamente meno. Ma non troppo visto che 1.226 ore in un anno non sono poche per un docente a tempo parziale.
Cosa fanno in tutte queste ore gli insegnanti italiani? si chiede il giornalista. L'elenco delle attività è ovviamente lunghissimo. Quelle che assorbono maggiormente maestre e professori sono le lezioni curricolari con gli alunni (518 ore annue), 'la programmazione e la preparazione delle lezioni' (283 ore) - attività svolte prevalentemente a casa - 'i corsi di aggiornamento e di autoaggiornamento' (133 ore) e la cosiddetta 'elaborazione/valutazione/documentazione' (132 ore). Ci sono poi i compiti da correggere, i colloqui con i genitori, le riunioni, gli scrutini e gli esami e mille altre attività che spesso tengono a scuola i docenti ben oltre l'orario canonico. Un lavoro difficile. Va da sé che con questi ritmi fare l'insegnante è diventato un lavoro tutt'altro che facile. La Apollis ha chiesto loro quali sono gli aspetti più gravosi. Tre insegnanti su quattro hanno indicato 'le frequenti riforme e l'introduzione di nuove leggi', per le quali gli insegnanti sono costretti a continui aggiornamenti e aggiustamenti del loro modo di agire in classe e di pensare. Nell'ultimo decennio, oltre alla riforma Moratti, la scuola italiana è stata profondamente cambiata dall'Autonomia, per esempio. 'L'insicurezza relativa all'età pensionabile e l'importo della pensione' affligge il 64 per cento degli intervistati che non riescono a staccare la spina ('l'incapacità di interrompere i pensieri di lavoro') neppure quando si trovano a casa. E ad aggravare il lavoro, per oltre la metà, c'è 'l'alto numero di alunni per classe' e 'gli alunni con problemi comportamentali'. Fra gli aspetti che alleviano il lavoro rientrano, ovviamente, le ferie, l'autonomia e la libertà di insegnamento. E ancora, 'la flessibilità dell'organizzazione del lavoro al di fuori delle lezioni ( i compiti possono essere corretti anche di notte) e la sicurezza del posto di lavoro". Soddisfazione. Lo studio della Apollis ha anche indagato sul grado di soddisfazione, che risulta piuttosto basso, della classe docente. Fra gli aspetti più impegnativi del lavoro i docenti annoverano 'la responsabilità educativa'. Maestre e prof sentono, cioè, di avere una grande responsabilità nei confronti degli alunni, delle famiglie e della società tutta. Risulta particolarmente impegnativo anche 'insegnare agli alunni problematici', 'concentrarsi durante le lezioni' e programmare le stesse. Stessa cosa per la valutazione (attraverso i giudizi o i voti) che diventa faccenda complicata perché spesso gli alunni presentano 'problemi personali e sociali e le famiglie chiedono alla scuola 'di integrare l'azione educativa degli stessi genitori'. Anche il rapporto con gli alunni richiede tantissimo impegno ma è l'aspetto che riesce a soddisfare di più il docente.
Cosa fanno in tutte queste ore gli insegnanti italiani? si chiede il giornalista. L'elenco delle attività è ovviamente lunghissimo. Quelle che assorbono maggiormente maestre e professori sono le lezioni curricolari con gli alunni (518 ore annue), 'la programmazione e la preparazione delle lezioni' (283 ore) - attività svolte prevalentemente a casa - 'i corsi di aggiornamento e di autoaggiornamento' (133 ore) e la cosiddetta 'elaborazione/valutazione/documentazione' (132 ore). Ci sono poi i compiti da correggere, i colloqui con i genitori, le riunioni, gli scrutini e gli esami e mille altre attività che spesso tengono a scuola i docenti ben oltre l'orario canonico. Un lavoro difficile. Va da sé che con questi ritmi fare l'insegnante è diventato un lavoro tutt'altro che facile. La Apollis ha chiesto loro quali sono gli aspetti più gravosi. Tre insegnanti su quattro hanno indicato 'le frequenti riforme e l'introduzione di nuove leggi', per le quali gli insegnanti sono costretti a continui aggiornamenti e aggiustamenti del loro modo di agire in classe e di pensare. Nell'ultimo decennio, oltre alla riforma Moratti, la scuola italiana è stata profondamente cambiata dall'Autonomia, per esempio. 'L'insicurezza relativa all'età pensionabile e l'importo della pensione' affligge il 64 per cento degli intervistati che non riescono a staccare la spina ('l'incapacità di interrompere i pensieri di lavoro') neppure quando si trovano a casa. E ad aggravare il lavoro, per oltre la metà, c'è 'l'alto numero di alunni per classe' e 'gli alunni con problemi comportamentali'. Fra gli aspetti che alleviano il lavoro rientrano, ovviamente, le ferie, l'autonomia e la libertà di insegnamento. E ancora, 'la flessibilità dell'organizzazione del lavoro al di fuori delle lezioni ( i compiti possono essere corretti anche di notte) e la sicurezza del posto di lavoro". Soddisfazione. Lo studio della Apollis ha anche indagato sul grado di soddisfazione, che risulta piuttosto basso, della classe docente. Fra gli aspetti più impegnativi del lavoro i docenti annoverano 'la responsabilità educativa'. Maestre e prof sentono, cioè, di avere una grande responsabilità nei confronti degli alunni, delle famiglie e della società tutta. Risulta particolarmente impegnativo anche 'insegnare agli alunni problematici', 'concentrarsi durante le lezioni' e programmare le stesse. Stessa cosa per la valutazione (attraverso i giudizi o i voti) che diventa faccenda complicata perché spesso gli alunni presentano 'problemi personali e sociali e le famiglie chiedono alla scuola 'di integrare l'azione educativa degli stessi genitori'. Anche il rapporto con gli alunni richiede tantissimo impegno ma è l'aspetto che riesce a soddisfare di più il docente.
1 commento:
ciao sono Arianna, abbasso la gelmini dai che non c'è buona, ecco il mio blog: http://gianparri.blogspot.com/
Ciao
Posta un commento