giovedì 22 maggio 2008

I bulli "pagano" facendo i badanti

Su Il Corriere della Sera.it del 22/05/'08 un articolo di Giuseppe Spatola riferisce che l'Ipsia L. Cremona di Pavia, nel Regolamento d'Istituto, ha inserito una norma che prevede di punire i ragazzi che si renderanno responsabili di atti di bullismo, imponendo loro di dedicare il tempo libero all'assistenza degli anziani in un ospizio.
Gli studenti l'hanno ribattezzata «operazione tolleranza zero» con la mente all'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani. Per i professori è un'iniziativa «estremamente educativa». Da questa mattina i «bulli» dell' Ipsia Luigi Cremona di Pavia sconteranno eventuali sospensioni o punizioni tenendo compagnia agli anziani ricoverati nelle case di riposo della città. Basterà imbrattare i muri di un'aula, presentarsi in ritardo a scuola o aggredire un compagno per ritrovarsi a fare volontariato al Pio Pertusati o all'istituto geriatrico Santa Margherita. «Nulla di strano - sottolinea Stefano De Luca, preside dell'Ipsia e promotore dell' iniziativa -. La scuola deve educare e cercare di far crescere gli studenti. Chi sbaglia avrà l'occasione di tirare fuori tutte le sue doti migliori in compagnia degli anziani, veri maestri di vita». Come dire che l'esperienza in casa di riposo potrà riavvicinare i giovani studenti alla saggezza dei loro nonni. «L'intenzione - conclude il preside - è quella di azzerare lo scontro che provoca risentimenti tra i giovani e spesso causa i comportamenti poco ortodossi che vediamo in classe. Sia chiaro, però, che il volontariato in casa di riposo è una "pena alternativa". Chi vorrà scontare la sospensione a casa potrà farlo senza problemi». L'accordo siglato dai vertici dell'Ipsia (640 studenti che arrivano a Pavia da tutta la provincia e dal Milanese) con l'Asp (Azienda servizi alla persona che coordina le case di riposo della città) prevede che gli studenti «in punizione» stiano con gli anziani per almeno 5 ore al giorno e insieme lavorino a progetti sulla storia e sul recupero delle tradizioni. «L'idea ci è piaciuta immediatamente - conferma Maurizio Niutta, direttore generale dell'Asp - ma gli studenti non dovranno vedere questa esperienza come una semplice punizione. Sarà piuttosto un'opportunità per conoscere un mondo diverso da quello che frequentano abitualmente». Il sindaco Piera Capitelli, che di professione fa la dirigente scolastica, si è detta entusiasta: «Quando la scuola si avvicina al sociale è sempre positivo. I ragazzi avranno occasione di crescere e imparare molto dagli anziani. Meglio il volontariato della semplice sospensione che rischia solo di ghettizzare l'alunno e marchiarlo come bullo». E dall'ufficio scolastico regionale già arriva l'apprezzamento del direttore Anna Maria Dominici, pronta ad esportare il modello Pavia anche nel resto della regione. «Il carattere sociale dell'iniziativa è importantissimo - sottolinea la dirigente regionale -. Stare vicino agli anziani, seguirli all' interno della casa di riposo e dialogare con loro servirà agli studenti più di una punizione esemplare. La scuola deve indicare un percorso di crescita morale, in questo senso l'iniziativa dell'Ipsia non solo è giusta ma andrebbe estesa ad altri istituti». Intanto nelle case di riposo aspettano con ansia l'arrivo dei primi «studenti volontari».

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