domenica 6 aprile 2008

3 - Le domande dell'educazione-Dove educare?

Parlare di educazione vuol dire anche sciogliere un terzo punto di domanda: Dove si educa? L'uomo/persona cresce in diversi contesti educativi che sono i luoghi istituzionali, formali, intenzionalmente formativi ma anche in luoghi non istituzionali, casuali che non hanno un'intenzionalità educativa, come le strade, le piazze o come i luoghi della natura.
Il dove ha quindi due aperture: quella dell'intenzionalità educativa e quella della casualità educativa.
a. L'intenzionalità educativa é irrinunciabile. Essa permette che le singole età della vita (infanzia, adolescenza, gioventù, età adulta e senile) vengano vissute nei luoghi che hanno la vocazione formativa, come la scuola e la famiglia.
Queste agenzie formative assolvono un compito essenziale per permettere alla Persona di costruire i suoi modelli comportamentali e culturali di natura affettiva, etico-sociale, cognitiva ed estetica. E' necessario che si crei un'interconnessione/integrazione dei diversi luoghi dell'educazione ed é quindi da ricercare una forte alleanza tra il sistema formale e quello non-formale che, solo in seguito, potrà aprirsi al sistema informale (ricordiamo che si definisce tale la cultura di mercato e a pagamento, cioè le attività formative a domanda individuale). Questo, per assolvere la sua funzione educativa, dovrà rispettere le regole principali che, in educazione, si chiamano "intenzionalità, progettualità, aggregazione, persistenza formativa".
b. La casualità educativa
è, anch'essa, irrinunciabile. Essa fa sì che le diverse età della vita sappiano accogliere i "paesaggi" culturali e naturali della vita quotidiana. I bambini ed i giovani raccolgono le esperienze più significative nei luoghi casuali ed informali dell'ambiente-città e dell'ambiente-natura. Tali esperienze vanno poi, elaborate e "metabolizzate" nei luoghi dell'educazione intenzionale, perchè possano dispiegare appieno tutta la loro ricchezza.
In primis, la famiglia, in cui si garantisce un guadagno educativo alle esperienze affettive e morali date dalle relazioni "di caseggiato e di vicinato"
Poi, la scuola, in cui si garantisce un guadagno educativo alle esperienze di tipo cognitivo e sociale che i giovani fanno in famiglia e nell'ambiente sociale.
Infine, gli altri luoghi dell'educazione intenzionale, in cui il guadagno educativo si ha alle esperienze relazionali e creative che si fanno nelle ludoteche, nelle biblioteche e in tutte le agenzie formative del Paese, del quartiere e della città.
Va da sè, quanto sia importante, se vogliamo formare dei cittadini e non dei semplici scolari, facilitare l'accesso al "mondo della casualità e dell'estemporaneità educative". Buon proposito, ma di difficile attuazione, oggi, che l'educazione appare sempre più rinchiusa in situazioni di isolamento e di solitudine.
Tutto questo conduce ad "un risultato pedagogicamente in-rosso: la sottrazione all'infanzia come all'adolescenza di molta parte delle esperienze cosparse di cifre di imprevedibilità, di imponderabilità, di inusualità. Se negate, portano a tenere colpevolmente al buio gli scenari dell'altrove".
La risposta alla terza domanda é: ovunque.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Analisi molto concisa e precisa che mi è stata molto utile grazie :)