giovedì 10 aprile 2008

L'educazione permanente: educare nell'età adulta.

Da un articolo di Isabella Loiodice, professore ordinario di Pedagogia all'Università di Foggia, una riflessione sull'educazione degli adulti nella prospettiva dell'educazione permanente.

Il Consiglio di Lisbona, nel 2000, ha elaborato un documento in cui si affermava che l'obiettivo strategico per l'Europa, era quello di "diventare l'economia fondata sulla conoscenza più competitiva del mondo". A seguito di tale pronunciamento, l'Unione Europea, si è impegnata a fare un investimento nell'Istruzione e nella Formazione, come leve strategiche per raggiungere l'obiettivo desiderato. Tale indirizzo non può che tradursi in un'apertura e in una promozione dell'apprendimento permanente che diventa strumento per garantire un'esistenza dignitosa per i cittadini, a partire dal diritto al lavoro per arrivare ai diritti di cittadinanza, di coesione sociale, ecc. L'autrice dell'articolo afferma che un impegno di questa natura, ha come conseguenza che l'UE deve farsi carico di "rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono al soddisfacimento di tali diritti", e che questi ostacoli sono di natura sia oggettiva sia soggettiva e derivano da situazioni svantaggiate dal punto di vista fisico, economico, intellettuale o culturale e da barriere sociali etiche, religiose e culturali. L'esigenza di superare queste barriere e queste situazioni, nasce dalla constatazione che, come si rileva dalle indagini sulla povertà (in Italia), la condizione di indigenza materiale si accompagna a bassi livelli di alfabetizzazione. Una persona su cinque rientra nella fascia di povertà se non ha alcun titolo di studio o se possiede la sola licenza elementare, mentre rientra nella stessa fascia solo una persona su venti se ha un titolo di studio più elevato.
La società globalizzata, anche sul versante dei saperi e delle informazioni, richiede adulti consapevoli, capaci e preparati ad affrontare e fronteggiare i cambiamenti che avvengono durante la vita, in modo critico e costruttivo. Per questa ragione, l'istruzione e la formazione che la scuola offre nella prima parte della vita, può rivelarsi insufficiente ed é quindi richiesta un'educazione che abbracci anche il periodo dell'età adulta. E' infatti in questo periodo della vita che, a differenza di quanto accadeva sino ad alcuni anni fa, si incontrano situazioni legate a trasformazioni e precarietà che "scompaginano sistemi di vita, di saperi e di valori prima caratterizzati da stabilità e certezza". Gli studi sull'età adulta hanno messo in rilievo la molteplicità e la multiformità, oltre ad una certa contraddittorietà, della condizione adulta, a partire dalla consapevolezza che "il cambiamento", come categoria esistenziale, é una componente presente in questo periodo e rende questa età più problematica e più conflittuale "ma anche più dinamica, attiva e progettuale". L'età adulta sta diventando sempre più "discontinua e reversibile" tanto da richiedere necessariamente un contatto stretto e continuo con la conoscenza, l'apprendimento e la formazione. Al diritto alla conoscenza ed alla formazione, si affianca quello al benessere psicologico ed emozionale, nell'ottica di favorire le condizioni minime di eguaglianza in una società in cui i progressi tecnologici, il moltiplicarsi delle diverse forme dei sapere e le richieste sempre più pressanti di competenze professionali di alto livello, richiedono a ciascuno un repertorio di conoscenze quantitativamente e qualitativamente, sempre più elevato.
Occorre dire, però, che la "quantità" non é, tout court, un elemento significativo e sufficiente; si pone, invece, un problema di qualità e organizzazione di queste conoscenze che non possono essere né episodiche, né parziali e devono essere anche capaci di generare e promuovere "competenze di tipo strategico e trasversale rispetto ai differenti ambiti di vita e di esperienza".
Si parla allora di life skills (le competenze per la vita) che sono intese come "generale capacità di progettare e di agire, alla rapidità nell'analizzare problemi, nel prendere decisioni, nell'elaborare ipotesi, nel saperle sperimentare, convalidare o rettificare, nel condividerle con altri in situazioni sempre meno strutturate e definite e sempre più mutevoli e complesse". Ciò che emerge é dunque una forte esigenza di disporre di occasioni formative di alto livello, capaci di soddisfare la variegata domanda formativa, sia di alfabetizzazione in senso stretto, sia dei contesti di vita, che permettano agli adulti di muoversi agevolmente dentro una società nuova, disorientante ma anche ricca di occasioni di crescita intellettuale, culturale e valoriale.

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