martedì 16 settembre 2008

Appello per la Scuola pubblica



Ecco il link per sottoscrivere l'appello lanciato dal Forum degli Insegnanti per la difesa della Scuola pubblica:

sabato 30 agosto 2008

lunedì 21 luglio 2008

Testamento biologico: il modulo per la dichiarazione

Aspettando una legge sul ‘testamento biologico’, che ne regoli compiutamente l’istituzione, ogni cittadino può esprimere la propria volontà anticipata mettendo per iscritto una dichiarazione di rifiuto all’accanimento terapeutico in caso di malattia o di lesione traumatica irreversibile e invalidante. Tali dichiarazioni non saranno vincolanti sotto il profilo giuridico per il medico, ma nel caso fossero disattese obbligheranno il curante a renderne conto alla persona indicata nel documento quale garante dell’attuazione delle volontà. La dichiarazione, con il modulo messo a punto dalla Fondazione Umberto Veronesi, deve essere compilata di proprio pugno in tre copie: una per l'interessato, una da consegnare a un fiduciario, che può essere un parente, un amico, un conoscente, una da depositare dal notaio o dal legale di fiducia. Nel testamento biologico vanno indicati i dati anagrafici del soggetto e del rappresentante fiduciario nominato dall’interessato. Le volontà espresse potranno essere revocate o modificate in ogni momento con successiva/e dichiarazione/i.

Per saperne di più sugli aspetti giuridici, ecco un link per accedere al volume della Fondazione Veronesi sul testamento biologico in cui sono riportate le riflessioni di dieci giuristi sul tema.

mercoledì 16 luglio 2008

Vademecum della non collaborazione

Dalla Rete docenti e Ata precari di Venezia, ecco il

VADEMECUM della non collaborazione

Diamo inizio alla protesta precaria.
La manovra economica del governo, con tagli straordinari agli organici dei docenti e ATA nel triennio 2009-2012, porterà, con l’aumento degli alunni per classe, con la riduzione di orari e servizi di istruzione, ad un vero e proprio smantellamento della scuola pubblica.
Le 25.000 assunzioni di docenti e 7.000 Ata autorizzate in questi giorni, che non coprono neppure il numero del personale che se ne andrà in pensione dal 1 settembre, saranno le ultime per moltissimi anni.
PER MOLTI DI NOI QUINDI L’ANNO PROSSIMO SARA’ L’ULTIMO ANNO DI LAVORO NELLA SCUOLA.
INFATTI, ALMENO PER IL MOMENTO - NON SARA’ LICENZIATO NESSUNO del personale a tempo indeterminato, SEMPLICEMENTE, SE NON BLOCCHEREMO/CANCELLEREMO LE MANOVRE IN ATTO, NON ASSUMERANNO PIU’ NOI PRECARI ALL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO SEGUENTE, NOI NON ESISTIAMO, E PER NOI NON C’E’ ALCUN AMMORTIZZATORE SOCIALE.
SE NON ORA QUANDO?
Se i precari della scuola non trovano visibilità, non si danno forme di auto-organizzazione e di lotta ORA, da qui a tutto il prossimo a.s., il loro destino è segnato: saranno espulsi definitivamente, anche dopo quindici o venti anni di servizio, oppure retrocessi a una precarietà ancora più profonda, fatta di “contratti a prestazione d’opera” o di “praticantato”, stipulati direttamente con il Dirigente scolastico e indipendentemente da qualsiasi graduatoria pubblica trasparente.
Gli scioperi, che pur saranno necessari, non potranno essere la sola forma di lotta possibile, ce ne sono anche altre, che costano di meno e sono pure efficaci.
Vendiamo cara la nostra pelle.
Dobbiamo trovare, anche con azioni eclatanti, momenti di visibilità per denunciare lo sfruttamento e la discriminazione dei precari.
BOICOTTAGGIO DEGLI SCRUTINI DEI SOSPESI DAL GIUDIZIO (i rimandati): decine di migliaia di docenti precari sono stati licenziati il 30 giugno, con la prospettiva di non lavorare più nella scuola, e l’Amministrazione protenderebbe di riassumerli a giornata per fare esami di riparazione e scrutini a fine agosto; I GENITORI DEVONO SAPERE CHE I LORO FIGLI NON SARANNO GIUDICATI DAI LORO INSEGNANTI.
Ai Collegi docenti d’inizio d’anno aprire una campagna per convincere i docenti di ruolo a non accettare spezzoni orari come straordinario: sono ore di lavoro portate via ai precari ed è controproducente per tutti, non si può accettare il cottimo per aver uno stipendio decente.
Organizziamo banchetti informativi sulla questione precariato/precarizzazione e sulla rivendicazione di REDDITO, DIRITTI E DIGNITA’ per i precari davanti alle scuole e nelle piazze.
Esercitiamo una pressione politica nei confronti dei parlamentari dei collegi elettorali di appartenenza, affinché presentino in Parlamento interrogazioni sulla vergognosa condizione dei precari della scuola e sul loro futuro occupazionale.
Assoluta non collaborazione dei precari: niente attività che non rientrano nel mansionario per il personale ATA, niente gite scolastiche, visite d’istruzione, attività extra non obbligatorie, niente supplenze “tappabuchi”, rifiuto di accettare gruppi di alunni di classi smembrate per assenza docente, come ospiti in classe – visto che non si chiamano più supplenti e non ci sono più ore a disposizione essendo le cattedre tutte ricondotte a 18 h -, non accettare eventuali funzioni aggiuntive come commissioni, coordinatore e segretario verbalizzatore nei consigli di classe, non accettare un’ora in più a quelle stabilite dal contratto, rendendosi indisponibile a supplenze, attenersi strettamente alla didattica essenziale e necessaria intra aula e astenersi invece sistematicamente da quella extra aula, RENDERE PUBBLICHE IN OGNI OCCASIONE E IN OGNI SEDE UFFICIALE POSSIBILE QUESTE PRESE DI POSIZIONI E LE SUE MOTIVAZIONI, soprattutto nei consigli di classe aperti ai genitori.
CONTINUARE NELLA PASSIONE DELL’INSEGNARE, MA DEPORRE ASSOLUTAMENTE I PANNI DEL MISSIONARIO PER RICONOSCERSI ADDOSSO MATERIALMENTE QUELLI DELLO SFRUTTATO.
Dal primo giorno di scuola i supplenti si presenteranno in classe, nei collegi docenti, negli OO.CC. e ai colloqui con i genitori, con la coccarda “precario sfruttato”, aprendo la campagna a uguale lavoro uguale diritti, a ricordare a tutti che l’Amministrazione risparmia, con lo sfruttamento dei supplenti (tra stipendi estivi mancanti, progressione di carriera inesistente, ritardi nelle nomine, ecc.), mediamente in un anno ben 8.000 € per addetto rispetto al personale di ruolo, pur essendo la prestazione professionale la medesima.
Organizziamo performance della protesta creativa: manifestazioni in cui i precari si travestono da lavavetri ai semafori, a segnalare il futuro occupazionale incerto per migliaia di persone e le loro famiglie. La ministra Gelmini, di fronte a decine di migliaia di insegnanti precari futuri disoccupati sproloquia sulle ipotesi di offrire a “una parte di queste persone (…) un’opportunità di lavoro (nel turismo) in un contesto di rilancio del sistema Paese”.
SBEFFEGGIAMOLA!
Organizziamo performance di protesta nelle città d’arte: ad esempio conferenze stampa di docenti precari vestiti da guide turistiche, da gondolieri in Piazza San Marco a Venezia o da gladiatori davanti al Colosseo a Roma.
RETE ORGANIZZATA DEI DOCENTI E ATA PRECARI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA

Precari Veneto: un autunno... di protesta!

Da La Tecnica della Scuola del 15/07/2008, un articolo che elenca tutte le iniziative che i precari della scuola del Veneto intendono mettere in atto a partire dal nuovo anno scolastico. Tutte queste forma di protesta hanno lo scopo di dimostrare quanto siano importanti i precari per il buon funzionamento della scuola. Senza l'impegno quotidiano di migliaia di insegnanti precari, dimenticati e "abbandonati" dal Governo all'interno di Graduatorie che mai si esauriranno e dopo anni di sacrifici e di promese non mantenute, la scuola si troverà davanti a grosse difficoltà.


La proposta è quella di bloccare tutte le attività aggiuntive e o comunque extra-aula. E non mancheranno manifestazioni "colorate": precari vestiti da gladiatori davanti al Colosseo o con la coccarda "precario sfruttato" nelle riunioni ufficiali.
Si fa sempre più aspra la protesta del personale precario della scuola.
E’ di queste ore la notizia che la Rete organizzata dei docenti e Ata precari della provincia di Venezia sta già organizzando per il prossimo anno scolastico un vero e proprio “sciopero bianco” che - se dovesse prendere piede - potrebbe mettere in seria difficoltà molte scuole d’Italia.
Le indicazioni sono contenute in “Vademecum della non collaborazione” che in pochissimo tempo si è diffuso in Internet.
La prima forma di protesta riguarda gli scrutini degli alunni che devono colmare debiti formativi: i precari veneti non ci stanno ad essere riassunti solo per un paio di giorni, il tempo strettamente necessario per partecipare agli scrutini e ne propongono il boicottaggio.
La parola d’ordine è “assoluta non collaborazione dei precari”.
In pratica: niente attività che non rientrano nel mansionario per il personale ATA, niente gite scolastiche, visite d’istruzione, attività extra non obbligatorie, niente supplenze “tappabuchi”, niente funzioni aggiuntive (commissioni, coordinatore e segretario verbalizzatore nei consigli di classe).
I precari veneti sono del tutto intransigenti: neppure un’ora in più rispetto a quelle stabilite dal contratto e indisponibilità a supplenze ulteriori.
E poi ci saranno forme di protesta creative e situazioniste: presentarsi in classe, nei collegi docenti e ai colloqui con i genitori, con la coccarda
“precario sfruttato”.
Saranno organizzate anche manifestazioni con precari travestiti da lavavetri ai semafori, a segnalare - afferma la Rete veneta -
il futuro occupazionale incerto per migliaia di persone e le loro famiglie”.
E, per ribattere al Ministro che ha annunciato che chiederà al Ministero dei Beni culturali di offrire opportunità di lavoro ai docenti precari, la Rete intende organizzare performance di protesta nelle città d’arte (conferenze stampa di docenti precari vestiti da guide turistiche, da gondolieri in Piazza San Marco a Venezia o da gladiatori davanti al Colosseo a Roma).
Il prossimo autunno – insomma - sarà non solo caldo ma anche molto colorato.

martedì 15 luglio 2008

Precari a vita!



Il taglio delle cattedre e lo stop al turn over provocherà il blocco dell'immissione in ruolo di migliaia di docenti che resteranno tali per sempre.
Il governo Prodi, nel suo piano triennale, prevedeva l’immissione in ruolo di 150 mila precari. Il decreto Tremonti che prevede un taglio di circa 100 mila docenti, va a incidere pesantemente anche su quelle previsioni. Venerdì a Roma i C.I.P. - Comitati Insegnanti Precari, associazione nazionale - hanno organizzato assieme ad altre associazioni un incontro nazionale che ha posto al centro non solo la questione del precariato, ma anche la necessità di unire le forze per orientarle contro il progressivo disimpegno strategico ed economico proposto dalla maggioranza. Parlando di "precario" si usa un termine generico: nell’attuale anno scolastico a questo titolo -tra docenti e Ata- sono state reclutate 150.000 persone. A questi va aggiunto la schiera senza nome di docenti che ogni anno vengono chiamati per brevi periodi. Considerando il decreto economico, le 25 mila immissioni in ruolo, il cui decreto é uscito in questi giorni, potrebbero essere le ultime, se il Governo durasse in carica 5 anni e si verificassero le condizioni di attuabilità dei tagli stabiliti. Le circa 100mila cattedre destinate a sparire in tre anni saranno in gran parte compensate dai pensionamenti. Infatti dal 2009 alcuni variabili previste: incremento del rapporto alunni-docente, modifica dell’organico della scuola primaria con il ritorno al maestro unico, riduzione dell’orario settimanale nei tecnici e nei professionali, per non parlare dell’ipotizzata riduzione delle discipline e delle ore relative, causeranno un allontanamento dalla scuola pari al numero dei pensionati. Le graduatorie ministeriali saranno pertanto immobilizzate fino alla sostituzione con le nuove liste di reclutamento, mentre quelle ad esaurimento saranno usate solo per le supplenze. È probabile che agli abilitati vecchi e nuovi dal 2012 venga destinato un albo regionale, da cui le singole scuole potrebbero chiamare i docenti, con probabile assorbimento delle graduatorie preesistenti. Come rispondere a questo attacco non solo al ricambio generazionale all’interno della scuola, ma all’esigibilità dei diritti di quanti , e sono moltissimi, hanno permesso alla scuola di funzionare, accettando situazioni di continua mobilità, sospensione degli stipendi, precariato lavorativo ed esistenziale, considerando incertezza e lentezza delle nomine? La preoccupazione è stata testimoniata dalla grande partecipazione all’incontro dei Comitati dei precari in cui, oltre che delle disposizioni contenute nel decreto 112, si è discusso di autogoverno delle istituzioni scolastiche e stato giuridico dei docenti, di tagli alla scuola statale e finanziamenti alla privata e di graduatorie. L’assemblea ha espresso una forte volontà di mobilitazione comune nella rivendicazione dei diritti acquisiti, nonché contro la proposta del centro destra di attribuire ulteriori poteri ai dirigenti scolastici nel reclutamento dei docenti. La volontà di azione comune dei precari della scuola che promettono azioni forti, sottolinea l’emergenza istruzione minacciata dalla manovra di Tremonti.
Da l'Unità del 13/07/2008

lunedì 14 luglio 2008

Contingenti assunzioni 2008 provincia Venezia

Ecco il link dove trovare tutti i contingenti delle immissioni in ruolo della provincia di Venezia (anno 2008):
http://www.gildavenezia.it/

Per la Scuola secondaria, suddiviso per classi di concorso, questo il link specfico:

http://www.gildavenezia.it/csa/documenti/2008/Contingenti_ruolo_VE_classe-concorso_superiore-cdc.pdf

Non abbandoniamo i nostri cani!



I cani non sono "i nostri cani" fino a luglio/agosto.
Hanno il diritto di vivere con noi
"anche"
in estate
e noi abbiamo il dovere di occuparci di loro
"anche"
in estate.
Non abbandoniamoli!

domenica 13 luglio 2008

giovedì 10 luglio 2008

Immissioni in ruolo 2008




E' stato emanato in data odierna il decreto n. 61, contenente le DISPOSIZIONI SULLE ASSUNZIONI CON CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO PER IL PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO E A.T.A. anno scolastico 2008/2009.
Il link per leggerlo:

http://www.gildains.it/precari/2008/reclutamento/DM61_100708_assunzioni_200809.pdf

A questo link la Distribuzione per provincia, regione e ordine scuola del contingente di 25.000 nomine per l'a.s. 2008/09 - Personale docente ed educativo:

http://www.gildains.it/precari/2008/reclutamento/contingente_docenti_ped_200809.pdf

mercoledì 9 luglio 2008

Immissioni in ruolo 2008




Dal sito della Gilda di Venezia, il resoconto dell'incontro tra le Organizzazioni sindacali e i rappresentanti del MIUR.
L'incontro si è tenuto il 9 luglio 2008:

colleghi,
Oltre agli allegati A
(
istruzioni operative docenti) e B (istruzioni operative ATA) con le istruzioni operative sulle immissioni in ruolo per l’A.S. 2008/09 che vi ho appena inviato, vi aggiungo quanto dichiarato dal Direttore Dott. Chiappetta :

le nomine a tempo indeterminato, che riguardano il personale già assunto in ruolo in altra classe di concorso o ordine di scuola si effettuano nella classe di partenza del docente e non in quella d’arrivo, come l’anno precedente, cioè lo scorrimento quest’anno è verso il basso e non verso l’alto;
per le classi di concorso A043 e A033 non si effettueranno le immissioni in ruolo nella misura del 48% dei posti disponibili come per le altre classi di concorso, ma si faranno le nomine in maniera ridotta.
per la A043 si immetterà in ruolo la metà del contingente, cioè del 48% (esempio : su 6 mila posti ne faranno 1500).
Per la A033 un terzo del medesimo contingente.
Tutto ciò per effetto dell’applicazione della riforma Moratti nell’A.S. 2009/10, per effetto della quale la A043 avrà 2 classi con 9 ore ciascuna e la A033 2 ore per classe. Di conseguenza si avrà la saturazione dei posti e soprannumero dei Docenti;
i posti che avanzano dalle suddette classi di concorso invece verranno distribuiti alle lingue straniere nella scuola media, che, sempre per effetto della riforma Moratti, diventeranno obbligatorie. La percentuale del contingente per l’inglese passerà dal 48% al 58%, mentre per la seconda lingua comunitaria sarà del 100%. Se ancora avanzassero dei posti verranno distribuiti al Sostegno nella misura del 66,5%;
per le classi di concorso con un unico posto, non ci saranno immissioni in ruolo. Se avanzassero comunque dei posti da altre classi di concorso, l’U.S.P. potrà decidere se assegnare ad una classe di concorso con posto unico tale immissione in ruolo, verificando comunque che nei 3 anni successivi non ci sarà saturazione;
ultima novità riguarda le assunzioni a favore del personale avente titolo alla riserva dei posti iscritto nelle graduatorie ad esaurimento. A questo proposito il Ministero ha deciso di tener conto della sentenza della Corte di Cassazione sezione Lavoro, numero 19030 dell’11 settembre 2007, per cui il riservista appartenente a qualsiasi fascia, avrebbe diritto all’immissioni in ruolo.
Dimenticavo un ultimo punto : i posti già assegnati per l’A.S. 2007/08 agli aspiranti inseriti con riserva in attesa del conseguimento del titolo di specializzazione sul sostegno o dell’abilitazione all’insegnamento (D.M. 21, D.M. 85) verranno recuperati e ridistribuiti ai docenti aventi diritto per aver conseguito il titolo.
I contingenti delle immissioni in ruolo per classi di concorso, ordine di scuola per regione e provincia ci verranno inviati probabilmente entro domani e vi saranno trasmessi immediatamente.
Naturalmente la Gilda ha dichiarato ancora una volta di non condividere le scelte operate dal Ministero, come già detto nel precedente comunicato.

Roma, 9 luglio 2008
La delegazione trattante
Maria D. Di Patre Franco Capacchione

Esame di Stato 2008: compensi Presidenti e Commissari

Di seguito il link con la Tabella dei compensi per i Presidenti e i Commissari dell'Esame di Stato 2008.

Tale Tabella é inserita nel decreto del Ministero della Pubblica Istruzione del 24/05/2007, confermato dalla Nota ministeriale N. 7054 del 2 luglio 2007.

Il Ministero, pur confermando le disposizioni dei summenzionati riferimenti normativi, ha invitato le OO.SS. a inviare al MIUR proposte, note scritte, ipotesi di adeguamento dei compensi con stima dei costi per l'anno scolastico 2008/09 entro il mese di luglio.

http://www.gildains.it/esamistato/200607/dm240507_compensi_esami.pdf

martedì 8 luglio 2008

I precari ai politici: lettera aperta



I precari aderenti al Forum dei precari della scuola hanno inviato una lettera aperta ai politici.

Ecco il link per leggerla:


http://www.gildavenezia.it/

venerdì 27 giugno 2008

Immissioni in ruolo 2008



Le prime reazioni alla notizia della firma del decreto per le immissioni in ruolo di 25.000 docenti e di 7.000 Ata (a fronte di un provvedimento dell'ex ministro Fioroni che ne prevedeva 60.000, 50.000 docenti e 10.000 Ata, non sono favorevoli. Soprattutto i sindacati lamentano una politica di tagli a carico di una categoria debole e poco tutelata come quella dei "precari storici" che stazionano da anni nelle famigerate "graduatorie a esaurimento". Tali liste sono formate da oltre 300.000 docenti che hanno superato concorsi ordinari, concorsi riservati, che hanno fatto la Scuola di specializzazione (la SSIS) e che hanno un'esperienza di insegnamento ormai più che decennale.
La notizia del decreto era ciò che si aspettava da mesi e i precari, a questo punto, avevano quasi perso le speranze. Resta però l'amaro in bocca di un'occasione persa. Il provvedimento viene annunciato dallo stesso ministero dell'Istruzione con un laconico comunicato che lascia scontenti i sindacati e quanti pensavano a un contingente di immissioni in ruolo ben più cospicuo. Erano infatti 60 mila le assunzioni che tutti si aspettavano: 50 mila docenti e 10 mila Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Secondo quanto fanno capire da viale Trastevere la scuola non poteva permettersi di più. Distanti le posizioni dei sindacati per i quali "non si è fatto abbastanza". Il segretario nazionale della Cisl scuola definisce la mossa del ministro Gelmini come "infondata logica del risparmio" e parla di una notizia buona e di una cattiva: "La notizia buona - spiega - è che a questa categoria di lavoratori della scuola viene riconosciuto il diritto alla stabilità e alla sicurezza: è così respinta la posizione di quanti volevano la rottamazione di tanti che nella scuola hanno lavorato e continuano a lavorare per garantire un buon servizio". Ma "le assunzioni ora determinate coprono solo in parte il fabbisogno e sono inferiori a quanto già previsto dal piano triennale". Per il leader della Cisl "prevale ancora una infondata logica del risparmio in quanto i posti ancora vacanti saranno comunque coperti con personale assunto a tempo determinato pagato quanto quello di ruolo e, parità di costi, avremo condizioni di instabilità del lavoro che non garantiranno la prima condizione necessaria per sostenere l'efficacia e l'efficienza del sistema di istruzione". D'accordo con Scrima è Rino Di Meglio della Gilda degli insegnanti che parla di "immissioni in ruolo scarse e ancora troppi precari". Una consistente fetta dei posti che nelle prossime settimane gli Uffici periferici del ministero (Uffici scolastici provinciali e Uffici scolastici regionali) assegneranno ai precari andranno a coprire i vuoti esistenti nelle scuole delle regioni del Centro-nord. Il numero delle immissioni in ruolo, infatti, è commisurato alle disponibilità di posti "dopo le operazioni di mobilità" (i trasferimenti, soprattutto) che al Sud scarseggiano. La mappa con i contingenti delle assunzioni per ogni provincia verrà comunicata nei prossimi giorni.

giovedì 26 giugno 2008

Immissioni in ruolo 2008

Su La Tecnica della Scuola del 26.6.2008, leggiamo che é stata avviata la procedura per le assunzioni in ruolo di 25.000 docenti e 7.000 Ata.
Il 26 giugno il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha dato notizia di avere autorizzato le immissioni in ruolo: una decisione per rispondere “ai precedenti impegni presi, compatibilmente con la sostenibilità economica disponibile”. Il Ministro è stato di parola: nemmeno 24 ore e le sue anticipazioni sulle immissioni in ruolo si sono trasformate in realtà. Il 26 giugno il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha infatti comunicato da “avere avviato la procedura di autorizzazione delle immissioni in ruolo per 32.000 unità complessive: 25.000 docenti e 7.000 appartenenti al personale Ata”.
Una notizia che per i tanti precari della scuola ha un sapore dolce-amaro. Dolce perché si concretizza all’indomani della pubblicazione del decreto legge sulla manovra economica del Governo, tramite cui si prevede di tagliare almeno 150 mila posti in quattro anni: alla luce di questa manovra così impegnativa in pochi speravano nelle assunzioni a titolo definitivo. E ora che sono state annunciate ufficialmente rappresentano, almeno da questo punto di vista, una bella notizia.
Meno bella per coloro che, invece, si attendevano (i sindacati in testa) le 60.000 assunzioni fissate nell’ultima Finanziaria del Governo Prodi: il bis, in pratica, delle immissioni in ruolo dell’estate 2007. E da questo punto di vista l’assunzione della metà del contingente inizialmente previsto va considerata più una sconfitta che una vittoria.
Nel frattempo, come noto, è però cambiata legislatura e Ministro: Mariastella Gelmini prima ha studiato a fondo la situazione, poi è passata ai fatti. Che si sono presto tradotti in tagli e nuove strategie per modernizzare l’intero comparto scuola. Per questo le assunzioni rappresentano la volontà a farsi carico del problema del precariato della scuola: una presa di posizione confermata anche dalla nota con cui viale Trastevere ha annunciato l’avvio della procedura delle immissioni in ruolo.
“Il Ministero dell’Istruzione – spiega la nota ministeriale - ha voluto rispondere in tal modo ai precedenti impegni presi, compatibilmente con la sostenibilità economica disponibile. E’ comunque intendimento del Ministero avviare subito un processo di revisione della formazione iniziale e del reclutamento dei docenti che eviti il riprodursi del precariato”. Una precisazione, quest’ultima, che lascia anche presagire che l’accesso ai ruoli di insegnanti cambierà radicalmente.
Nei prossimi giorni, intanto, gli Uffici scolastici provinciali sono attesi da un tour de force non indifferente: saranno infatti chiamati dai vertici del Miur a organizzare prima le assunzioni e poi le chiamate per le supplenze annuali. Il tutto entro il 31 agosto (addirittura il 31 luglio le assunzioni) e con parte degli organici delle superiori ancora non definitivi (in attesa dell’esito dei debiti formativi) e quindi oscillanti per il 5-10%.

mercoledì 25 giugno 2008

Milena Agus: Mal di pietre


Ho appena finito di leggere tre libri di una scrittrice sarda, Milena Agus. Li ho comprati per curiosità: la scrittrice é sarda (come me), é nata a Genova (come me), insegna in un istituto superiore (come me) e qui finiscono le analogie, ma sono state sufficienti perchè mi venisse voglia di comprarmi tutti i suoi libri . Li ho letti uno di seguito all'altro, quasi senza interruzione e mi sono ritrovata in un mondo nel quale non vivo più da tanto tempo ma che mi è rimasto dentro e del quale, come tutti coloro che sono lontani dalle proprie radici, sento una struggente nostalgia.
Breve trama - Nella splendida Sardegna di Milena Agus, madame (così chiamata perché forse un giorno andrà in Francia) possiede un terreno sul mare che gli speculatori vogliono comprare. Ma madame, che è povera, non vende, e così facendo blocca i possibili affari delle famiglie vicine. Questa storia, raccontata da una vicina quattordicenne, è comica e truculenta, fiabesca e vera come sono le storie di Milena Agus. È anche la storia del nonno della narratrice, figura potente e silenziosa, il maggior alleato di madame. Ed è la storia di amori che vanno un po' storti e dei sacrifici propiziatori per farli stare in piedi. Madame crede nella magia e la distribuisce in modi personali e approssimativi allo scopo di rendere la gente più felice, perché "senza la magia la vita è solo un grande spavento".
Ma ecco una bella recensione di uno dei libri di Agus, il secondo. La recensione é di Marta Mazza. Milena Agus, Mal di pietre, Nottetempo.
Con il suo secondo romanzo, Mal di pietre, Milena Agus conferma il successo di critica e pubblico ottenuto con la sua prova d’esordio, Mentre dorme il pescecane, pubblicato sempre dalla piccola casa editrice romana Nottetempo nel 2005. La forza della scrittura della Agus è data dalla semplicità del suo narrare, dalla limpidezza di descrizioni, personaggi e atmosfere. La potenza delle poche pagine di Mal di pietre è lì, in ogni singola parola, per esplodere poi in quelle dialettali, che a sprazzi compaiono nel testo sottoforma di proverbi, modi di dire, esclamazioni: sciollorio, mischinedda, addolumeu, leggixedda. Parole-cose quelle di Milena Agus, per una scrittura così immediata che non occorre portare le cose alla lingua né viceversa: le cose sono, semplici, nella lingua. Il paesaggio che prende forma è quello unico e fantastico della Sardegna. La scenografia è in particolare quella di Cagliari, di vento maestrale e mare brillante. La terra sotto i piedi della nonna protagonista, raccontata attraverso la ricostruzione della nipote, voce narrante, quando non crolla, è terra antica, di chiacchiere e dolori, di lavoro e amori, di amori sfuggiti, cercati, immaginati. Di mal d’amore, più che di mal di pietre, ovvero calcoli renali, è affetta la nonna. Ecco perché deve andare alle terme: per curarsi dal male e sperare così di riuscire ad avere dei figli. Manca “la cosa principale”: sposata ad un uomo che non ama e che non la ama. Dopo aver fatto fuggire una serie di presunti pretendenti nella sua giovinezza, a causa di appassionate lettere d’amore che le erano costate l’accusa di “follia amorosa” e la conseguente solitudine forzata, le autolesioni e situazioni ancora più estreme, si ritrova ora, a causa di un debito da saldare, a dormire al fianco di uno sconosciuto. E pur di non sfiorarlo, è sempre ben attenta ad occupare la propria sponda del letto, col rischio di cadere. Poi invece la decisione: assecondare ogni fantasia erotica del marito, e così per lui sarà geisha, serva, cagna e diventerà così brava che lui non avrà più bisogno di andare nelle Case Chiuse. L’amore invece, quello vero, forse, che le dà la forza di cominciare a vivere, e la pace e la salute, li trova grazie al Reduce, alle terme. Grazie a lui soltanto. Con lui, così misterioso e distinto, pianista, di gran cultura e dolcissimo, nonna stringe un legame così intenso, di segreti, confidenze, passeggiate (e…), tanto da volergli donare il proprio quadernetto dei segreti come regalo d'addio. Ma “Il Reduce fu un attimo e la vita di nonna tante altre cose”: ancora moglie fedele ma mai felice; finalmente madre, di un figlio solo; lavoratrice, di nascosto, per comprare un pianoforte al figlio (che diventerà pianista di fama internazionale); sarà suocera-mamma; nonna presente e sempre bellissima. È proprio fino al presente della nipote che ci conduce la Agus, non prima di aver attraversato un pezzo d’Italia: Milano “grandissima, altissima, coi palazzi massicci, decorati in modo sontuoso, bellissima, grigia, nebbiosa, tanto traffico, il cielo a pezzetti fra i rami spogli degli alberi… la gente fitta con le facce nei baveri dei cappotti, dentro un’aria di pioggia”; una breve sosta a Genova, nella casa del Reduce che “aveva un giardino con tanti alberi di fichi, ortensie, violette, un pollaio… e nelle notti d’estate c’erano tante lucciole che lui sua madre se la ricordava così”, per poi tornare in patria: siamo a Gavoi, “un paese bellissimo, in montagna… Da certi punti del paese vedi il lago di Gusana, che cambia colore tante volte al giorno passando dal rosa al celeste cenere, al rosso, al viola”. S’impone la dimensione spaziale, che sembra delineare una cartografia dell’anima. I posti geografici, si affiancano, a tratti, ai luoghi della nostalgia (che è semplicemente “una cosa triste , ma anche un po’ felice”), a quelli della fantasia, a quelli della pazzia, forse, così delicati cummenti su nènniri. E i confini si confondono: come il mare col cielo all’orizzonte. I contorni non sono mai ben delineati: come cose e persone in una fotografia fissata nella mente.
Altri libri di Milena Agus: Mentre dorme il pescecane, Ali di babbo.

Assunzione precari: le dichiarazioni di Gelmini


Dalle pagine del Sole24Ore del 25 giugno, il ministro Gelmini annuncia che le assunzioni dei precari ci saranno e che coloro da assumere a titolo definitivo entro il prossimo 31 agosto saranno una cifra che si avvicina a 25.000 insegnanti e 7.000 Ata.
Si tratta di una notizia che va in controtendenza con i tagli previsti nella bozza del decreto-legge collegato al Dpef, di 190 mila posti di lavoro.
Il ministro ha promesso che le assunzioni verranno fatte nei prossimi giorni. Dei tagli alla scuola aveva parlato lo stesso ministro, affermando che si trattava di una "cura da cavallo" che però era del tutto “inevitabile per la scuola”.
Il ragionamento, d’altronde, era questo: come si fa a tagliare posti (nel 2112, a regime, si vorrebbe cancellare il 20% di quelli attuali, per un risparmio complessivo di quasi 8 miliardi di euro) ed assumere contemporaneamente i precari? Ma non é neppure pensabile che si possa dire ai precari storici, con anche 15-20 anni di contratti alle spalle, “da oggi cercatevi un altro tipo di lavoro”. Il Ministero sembrerebbe così orientato ad assorbirli gradualmente: tanto che nella stessa intervista il Ministro ammette che coloro da assumere a titolo definitivo entro il prossimo 31 agosto saranno una cifra “abbastanza vicina” a 25.000 insegnanti e 7.000 Ata.
Numeri, quindi, non molto distanti da quelli già messi sul tavolo dall’ex Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa appena quattro mesi fa e rifiutati categoricamente dai sindacati in virtù dell’impegno preso del Governo con la Finanziaria di fine 2007, nella quale si indicava una quota doppia (60.000 posti). L’intento del nuovo ministro sembra essere quello di far prevalere la logica del turn over, anche per non compromettere in partenza il rapporto con le forze sindacali. Alleggerendo nel contempo, anche se di poco, l’altissimo numero di supplenti inseriti in graduatoria a seguito della vincita di concorsi, dello svolgimento dei corsi riservati o Ssis. Un vero “esercito” di docenti e Ata (inseriti rispettivamente nelle “graduatorie ad esaurimento” e nella cosiddetta “24 mesi”) vicino alle 400.000 unità: la metà dei quali quest’anno ha avuto un contratto annuale.
Di fronte a tali numeri Gelmini ha ammesso che occorre smettere di formare nuovi precari (anche quelli attraverso le Scuole di specializzazione universitarie) non escludendo “un provvedimento drastico”. Scelte da compiere per "colpa di una situazione che ci trasciniamo nel tempo e oggi non abbiamo più la possibilità di dilazionare: dobbiamo intervenire". Per poi aggiungere che ormai è giunto il tempo di “trovare un altro sistema di reclutamento”. Un annuncio, questo, che prelude ad una rivoluzione del sistema formativo dei docenti.

martedì 24 giugno 2008

Esame di Stato 2008: il voto resta segreto



Il Corriere della Sera del 24/06/2008, riporta la notizia che nei tabelloni dei voti, accanto ai nomi, si troverà scritto solo l'esito «positivo» o «negativo» dell'esame di Stato.
La direttiva del ministero è stata emanata per una maggiore tutela dei portatori di handicap Solo i ragazzi più bravi, quelli che otterranno la lode, vedranno pubblicato il loro punteggio sui tabelloni.
Da quest'anno, dunque, solo i ragazzi con lode, vedranno pubblicato il loro voto. Per tutti gli altri ci sarà scritto solo «esito positivo» per i promossi, «esito negativo» per i bocciati. Il punteggio andrà richiesto in segreteria.
La decisione corregge in parte una disposizione dell'ex ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni che, nell'ordinanza numero 30 dello scorso marzo, stabilì che l'esito degli esami di Stato dovesse essere indicato solo con «diplomato» o «non diplomato ». Senza il voto per accogliere la richiesta delle associazioni dei disabili che si sentivano discriminate dai tabelloni. I ragazzi con handicap gravi non ricevono un diploma, ma un attestato di competenza, senza punteggio e sono quindi riconoscibili». Questione «di sensibilità», ribadisce Mariangela Bastico, non di privacy. Dunque il voto resta segreto. Lo ribadisce la nota firmata il 20 giugno dal direttore generale del ministero, Mario Dutto. Certo, un po' di delusione c'è. Tra i ragazzi, ma soprattutto tra gli insegnanti. Per Michele D'Elia, preside del liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano, «è una grave scorrettezza formale e sostanziale inserire una modifica del genere mentre sono in corso gli esami". Il commento è duro: «È un attacco all'autonomia delle scuole che va a danno degli studenti, soprattutto dei più bravi. Altro che trasparenza, questo è appiattimento culturale».

lunedì 23 giugno 2008

Esame di Stato 2008: Codacons chiede risarcimento per gli studenti


Riporto una notizia dell'agenzia ApCom (22/06/2008) sul risarcimento chiesto dal Codacons, attraverso il ricorso al Tar del Lazio, per le prove scritte dell'Esame di Stato 2008.
Il risarcimento, chiesto per gli errori e le inesattezze, é di 500 euro a studente
Le prove scritte degli esami di maturità 2008 finiscono davanti al Tar del Lazio. Il Codacons e l'Associazione per i diritti civili nella scuola hanno deciso di agire legalmente a tutela degli studenti italiani dopo gli errori e le inesattezze che hanno caratterizzato le prove di questa fine anno scolastico e hanno convocato il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini dinanzi al Tar, chiedendo al dicastero un risarcimento danni pari a 500 euro a studente, per un totale di 248.318.500 euro e che il giudizio degli studenti sia limitato alla sola prova orale e al giudizio formulato dal consiglio di classe per l'ammissione dei maturandi.
Le due associazioni hanno impugnato al Tar le prove scritte, presentando un ricorso basato tra l'altro sul fatto che il ministero dell'Istruzione, nel dettare le linee guida cui gli esaminandi avrebbero dovuto rifarsi per l'elaborazione della prima prova di italiano, ha definito costantemente la poesia di Montale come ispirata e dedicata ad una figura femminile sostenendo che "il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso" e addirittura chiedendo di sviluppare, partendo dal testo, "il ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile". Queste errate indicazioni sul testo - affermano Codacons e Associazione per i diritti civili nella scuola - hanno compromesso il regolare svolgimento della prima prova di italiano, rendendo impossibile una valutazione equa sia degli studenti che hanno scelto di svolgere la prima traccia, sia di quelli che hanno optato per lo svolgimento delle altre tracce, poiché si è venuto a creare un divario insanabile tra gli uni e gli altri in sede di valutazione. Gli uni verranno valutati sulla base di una prova non idonea nella traccia, diversamente dagli altri, con evidente ingiusto riscontro di tale diversità di situazioni sul punteggio finale attribuito.
Quanto alla seconda prova scritta, il testo di greco che hanno dovuto tradurre i diplomandi del liceo classico "era mancante di un pronome, mancanza che ha snaturato il testo e reso ovviamente ostica la traduzione. Quanto alla prova di lingua inglese che hanno dovuto sostenere gli Istituti turistici, anche questa era disseminata di errori". "Le gravi inesattezze contenute nelle due prove scritte - spiega il Codacons -
rappresentano non solo una palese ingiustizia e una manifesta disparità di trattamento, ma anche una violazione delle leggi in materia di esami".
Per questo le due associazioni hanno chiesto al Tar di annullare la validità delle prove scritte della maturità 2008, limitando il giudizio degli studenti "alla sola prova orale e al giudizio formulato dal consiglio di classe per l'ammissione dei maturandi". Non solo, visto che la partecipazione a prove di esame "viziate ed errate nei loro presupposti, ha reso ancor più difficoltoso ed ostico per gli studenti affrontare un momento così importante, con forti ripercussioni su molti di questi, e dei loro familiari, che al momento attuale stanno certamente vivendo un forte stato di stress emotivo, causato dall'incertezza della valutazione nonché dell'esito finale degli esami stessi", il Codacons e Associazione per i diritti civili nella scuola hanno convocato il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini dinanzi al Tar, chiedendo al dicastero un risarcimento danni pari a 500 euro a studente, per un totale di 248.318.500 euro.

domenica 22 giugno 2008

Esame di Stato 2008: ultima prova scritta

Domani ultimo scritto per i quasi 500 mila candidati alla maturità che poi sosterranno la prova orale. I colloqui, ultimo ostacolo in questa tappa del percorso scolastico, cominceranno appena la Commissione esaminatrice avrà corretto i tre scritti e sorteggiato una lettera a partire dalla quale, in ordine alfabetico, si procederà. I test che, domani, impegneranno i candidati riguarderanno non più di cinque discipline; saranno analoghi alle simulazioni e alle esercitazioni svolte dai ragazzi durante l'anno scolastico. Si tratterà di un elaborato sintetico oppure di veri e propri quesiti a risposta singola (da 10 a 15) o multipla (da 30 a 40); di problemi scientifici a soluzione rapida (non più di 2); di casi pratici e professionali (anche questi non più di 2); oppure, sulla base degli indirizzi di studio, la realizzazione di un progetto. Il punteggio minimo complessivo per superare l'esame è di 60/100 e ciascun candidato può far valere un massimo di 20 punti quale credito per l'andamento degli studi e per le esperienze formative e culturali maturate fuori della scuola Per le prove scritte è previsto un totale di 45 punti, ripartiti in ugual misura tra le tre prove (da 0 a 15 punti ciascuna). A ciascuna delle prove scritte giudicata sufficiente non può essere attribuito un punteggio inferiore a 10. Per il colloquio ci sono 35 punti da assegnare. Il colloquio é giudicato sufficiente se consegue almeno 22 punti. In gioco c'é anche un bonus di 5 punti che può essere assegnato dalla Commissione in aggiunta al voto finale a condizione che il candidato abbia un credito scolastico di almeno 15 punti e un risultato complessivo nelle prove d'esame di almeno 70 punti. Già dallo scorso anno è, infine, consentita l'attribuzione della lode ai candidati che all'esame finale avranno conseguito il punteggio massimo di 100 punti senza fruire del bonus integrativo dei 5 punti. I colloqui si svolgeranno su argomenti di interesse multidisciplinare attinenti ai programmi e al lavoro didattico dell'ultimo anno di corso. E' prevista la presentazione di una tesina redatta nel formato preferito, anche multimediale, e si potrà iniziare l'esame con un argomento a scelta. Vietati, anche domani, telefonini, palmari, pc portatili e qualsiasi dispositivo che possa creare un collegamento con l'esterno o con Internet.

I tagli della Finanziaria

La manovra economico-finanziaria approvata dal Governo prevede, in prima battuta, circa 200 milioni di euro aggiuntivi che subito, già nel 2008, si riverseranno nelle casse delle scuole che sono sull'orlo del fallimento. Ma la stangata arriva con l'articolo 70 del decreto legge fiscale: a decorrere dal 2009/2010, ed entro tre anni, ovvero entro il 2012, saranno cancellati più di 100 mila posti nella scuola. Questo porterà un taglio complessivo per 7,832 miliardi di euro che giunge dopo quello già realizzato dalla Finanziaria 2007, per quasi 4 miliardi. La riduzione che Tremonti e Gelmini si accingono a fare opera attraverso due misure: l'innalzamento di un punto percentuale, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, del rapporto alunni-docente, e la riduzione netta, sempre a partire dal prossimo anno, del 17% degli organici degli Ata (ovvero ausiliari, tecnici e amministrativi), che l'ultimo decreto 2008 aveva fissato a 252 mila. La consistenza del personale della scuola dovrebbe così scendere da circa un milione a 900 mila dipendenti. Senza tener conto dei pensionamenti che ci saranno i prossimi anni.
Secondo Marina Boscaino (L’Unità del 22/06/2008), questo significa il tracollo della scuola pubblica, sarà il ritorno a trenta alunni per classe, all'impossibilità di insegnanti di sostegno. E intanto la Destra vuole dare più soldi alle scuole private.
Il dispositivo rappresenta una catastrofe in termini quantitativi, che inciderà direttamente sulla qualità dell'offerta della nostra scuola, già penalizzata da anni bui di controriforme. Il dato confortante è la crescente sensibilità di una parte della stampa ai problemi dell'istruzione: ne fa fede, ad esempio, l'aumento della pubblicazione di lettere da parte di quotidiani e settimanali che lasciano spazio alla voce della scuola. Al di là dei propositi della Gelmini, ribaditi nel suo intervento alla Camera, di potenziare la scuola, si operano tagli, anche pesantissimi, in un settore che arranca da vari punti di vista; che vanno a minare, assieme a provvedimenti di analoga gravità in altri ambiti, il Welfare nel nostro Paese: un dato estremamente sintomatico. E pensare che sulla scuola il centro destra - come nei più abusati rituali delle campagne elettorali italiane, dove è abitudine dipingere il migliore dei mondi possibili - aveva affermato di voler investire. Il settore dell'istruzione, come tutti, soffre di alcuni sprechi: ma il taglio sul personale docente, che rappresenta la principale risorsa sulla quale puntare - attraverso una riqualificazione professionale, culturale, sociale, professionale - per migliorare la scuola, rappresenta un vero e proprio disinvestimento "programmatico", una sorta di nero su bianco nella dequalificazione dell'intero settore. Sugli insegnanti, al contrario, sarebbe opportuno spendere risorse. E non solo adeguando gli stipendi ai parametri Ocse - la "carota" sventolata negli ultimi giorni, un obiettivo per il quale è bene si sappia che il provvedimento prevede di investire solo il 30% dei risparmi e a partire dal 2010-11. Ma quali saranno le conseguenze dei tagli? 100mila posti di lavoro sono moltissimi, 1/10 degli occupati nel mondo della scuola. Nell’art 70, per la prima volta si prevede di rimettere mano agli ordinamenti, in particolare della scuola secondaria di II grado, ma non solo. Cosa significa? Significa incidere sulla formazione delle classi, aumentando il rapporto tra alunni e insegnante (e arrivando a prevedere classi di oltre 30 alunni, letteralmente l'impossibilità di una reale relazione educativa, oltre a concretizzare un ambiente di lavoro per gli insegnanti e di apprendimento per gli alunni impraticabile); abbandonare i precari alla loro sorte, spesso dopo anni di sacrifici; minare ogni criterio di continuità didattica. Significa rivedere gli organici degli uffici tecnici; incidere sulla formazione delle cattedre: meno materie per meno ore; diminuire ulteriormente il numero di minuti che costituiscono l'ora di insegnamento. Significa intervenire su tempo pieno e tempo prolungato; significa, molto probabilmente, il maestro unico; che se solletica reminiscenze nostalgiche e memorie deamisiciane, scardina il criterio di collegialità su cui si basa l'esperienza più significativa del nostro sistema di istruzione, quella della scuola primaria; significa tagliare sugli insegnanti di sostegno, uno dei provvedimenti di civiltà di cui la scuola italiana dovrebbe andare fiera. Ma non finisce qui: la manovra economica presentata mercoledì prevede per la scuola, tra l'altro, un blocco del turn over più rigido, il licenziamento degli ormai famosissimi fannulloni, l'abbattimento dei tassi di assenteismo, una maggiore autonomia della dirigenza scolastica, una modifica della contrattazione integrativa. E poi c’è una curiosa contraddizione: l'obbligo per i collegi docenti di adottare esclusivamente libri disponibili nella versione cartacea e on line per abbattere il costo dei libri di testo; una prospettiva che non tiene conto, oltre che della mole di lavoro che promette di far cadere sulle scuole, anche dell'incultura tecnologica di cui la scuola italiana è vittima; un pre-giudizio che ha fatto sì che, alla mancanza di fondi da destinare ad attrezzare le scuole italiane con adeguata strumentazione, si sia sommato il disinteresse progressivo e rassegnato da parte di molti insegnanti. Una manovra "culturale" di aggiramento di un'urgenza - quella, realmente culturale - ineludibile.
Una soluzione, dunque, da "lacrime e sangue", che si va ad aggiungere al blocco di 560 milioni di euro nella spesa ordinaria della scuola, per effetto della "clausola di salvaguardia" prevista dalla Finanziaria 2007: significa incidere pesantemente sull'attività ordinaria delle singole scuole, con grave danno per l'offerta formativa e lo svolgimento delle attività annuali. Gli insegnanti, i nuovi poveri: su di loro un rigore "esemplare", punitivo e generalizzato, una mole di lavoro aggiuntivo e nessun incentivo economico. Ancora più povero il Paese, dove l'operazione di smantellamento della scuola pubblica procede implacabile a fronte di un potenziamento irragionevole (perché non pluralista e non democratico - oltre che non costituzionale -) della scuola privata (per la quale si continuano a stanziare fondi!)

giovedì 19 giugno 2008

Precari

Non si parla più di immissioni in ruolo, non si sa se il decreto sia stato firmato o meno. In questo momento ci sono altre emergenze, per il governo e per tutti. I precari possono attendere sine die, tanto sono abituati al fatto che sono considerati poco o niente...e poi aspettano da così tanto tempo che un giorno in più o in meno, non cambia la loro situazione, precaria ma storica!

Da "Fuori registro" del 17/06/2008 riporto la lettera aperta al ministro Mariastella Gelmini della professoressa Elena La Gioia.

"Caro Ministro, mi presento. Sono l'ossimoro della Pubblica Istruzione, cioè una docente precaria ma stabile, storica per le cronache. Liquida, mi definisco io, e questa volta scelgo una metafora, perché mi adatto ad ogni scuola-contenitore come l'acqua. Viaggio con un bagaglio leggero, sempre pronta al trasloco, senza pensare mai che quel posto, quella cattedra, è mia. Scelgo libri di testo per alunni che non conoscerò e per colleghi che dovranno usarli senza averli scelti, infliggo debiti che non vedrò saldati, semino concetti che non raccoglierò, mento di continuo, saluto con arrivederci che in realtà sono addii. Quando ero giovane, ora ho 48 anni, ho scelto di fare l'insegnante perché volevo impegnarmi in qualcosa di costruttivo per la società. In verità a volte ci sono riuscita, mi è parso pure di costruire castelli, ma sono sempre stati castelli di sabbia, con la prima mareggiata di settembre sono andati giù, e io lì, ancora oggi, a ricostruire, anno scolastico dopo anno scolastico, in una scuola diversa. Da due anni ho avuto una spezzone di cattedra in un Istituto superiore di quelli definiti a rischio, cioè con una utenza difficile. Le utenze difficili sono il pane di noi precari, insisto con le figure retoriche, chi sceglie le cattedre prima di noi se ne tiene lontano. Qui i ragazzi sono stati traditi dalla società, dagli adulti. Anche io li tradirò. Dopo l'estate prenderò altre strade che porteranno ad altre scuole solo perché va rispettata la burocrazia e la graduatoria, e chi se ne importa della continuità didattica, dei sentimenti che tanto, quelli, non si segnano sul registro! Ecco che allora la supplenza annuale diventa un purgatorio, lungo, come il tempo delle espiazioni: il paradiso (cioè il ruolo) è lì, ma prima devi scontare, ma ancora per quanto, signor Ministro? Come faccio ad avere il coraggio, ogni anno, di dire ai miei alunni che non ci sarò, con loro, il prossimo anno? Che ne sanno loro di punteggi, di contenimento della spesa pubblica, di contrazione delle cattedre? Come glielo faccio capire che non dipende da me perché la scuola viene discussa e modificata e stabilita nelle finanziarie, e non nei dipartimenti appositi della conoscenza? Negli ultimi mesi noi precari siamo come la polvere che tutti cercano di nascondere sotto il tappeto. Ma, inevitabilmente, come la polvere siamo tenaci, e concedetemi la similitudine. Siamo abitualmente concentrati in tutte le scuole, un insegnante su sei è precario, soprattutto in quelle di frontiera, e così la precarietà esistenziale degli studenti più problematici si salda con la nostra precarietà lavorativa, privando i primi dei necessari punti di riferimento e i secondi della possibilità di calibrare interventi didattici a lungo termine. In una situazione del genere, inevitabilmente, diventano precarie le nostre parole, le azioni, i rapporti con gli alunni sempre nuovi e le intenzioni che li accompagnano, quando tutto va per il meglio, per otto mesi all'anno. In noi traspare la precarietà come unica e sola certezza, precari ma per sempre, quella che il ragazzo percepisce come legame effimero. E' questa la scuola che vogliamo? E che dire della dispersione scolastica? Permettetemi di rilevare un paradosso: come pretendo io di essere credibile se mi sento una campionessa di peregrinazioni? Come faccio a battermi per la frequenza e la costanza dei miei alunni se io stessa mi disperdo in continuazione? E come finisce l'anno scolastico mi ritrovo subito a pensare al prossimo. Il mio contratto di lavoro comincia il 1° settembre e scade il 30 giugno, ogni anno. Da più di 10 anni a questa parte. E trascorrerò l'estate, l'ennesima, con la sindrome della cattedra vuota, fino al giorno delle nomine, a quando guarderò la lista delle disponibilità e anche questa volta dovrò scegliere una scuola diversa. Il precariato stabile, per noi docenti, è uno strano destino, perché è come dare gli esami e non sapere mai l'esito finale, come costruire una casa, e ancora una volta non andarci mai ad abitare. E scusi l'ennesima figura retorica. Ma finora noi precari l'abbiamo sempre descritta in chiaro, la nostra situazione. E non è mai cambiato niente. Chissà se con un po' di retorica, qualcuno ci ascolti".

Esame di Stato 2008. Errori nella prova di Inglese


Ci sono stati errori anche nella prova di inglese consegnata agli studenti dell'Istituto tecnico per il turismo.
Dopo l'errore sulla poesia di Montale, presentata come ispirata a una donna, ma in realtà dedicata a un uomo, il refuso torna a essere protagonista degli esami di maturità. Agli studenti degli istituti tecnici per il turismo è stata infatti consegnata una traccia piena di errori. Un testo che gli esperti del ministero hanno probabilmente tratto da un sito (
clicca per vedere) che si occupa di turismo e dove una giornalista yemenita ha intervistato i titolari di una struttura alberghiera in Namibia: un esempio di architettura coloniale tedesca, come tedesca è la lingua dei titolari, Tinkie e Johan Cornelissen. La differenza di nazionalità dei protagonisti della chiacchierata e l'uso dell'inglese come lingua veicolare ha dato origine ad un testo pieno di strafalcioni.
Se ne sono accorti molti degli insegnanti e se n'è accorta anche la professoressa Jean Woodhouse, esperta madrelingua inglese con una ventina d'anni di esperienza di insegnamento nelle scuole italiane che ha pensato bene di correggere la traccia del ministero proprio come avrebbe fatto con il compito di uno qualunque dei suoi studenti. E dando anche il voto che il funzionario autore dell'errore - la persona che ha copiato il pezzo dal web e lo ha trasformato in traccia d'esame senza fare le opportune verifiche - si meriterebbe: «gravemente insufficiente». O, come si sarebbe detto una volta: «4». Del resto, le cancellature e i cambiamenti che l'insegnante ha apportato sono stati parecchi e a prima vista potrebbe sembrare più il testo elaborato dall'ultimo della classe che non un documento ufficiale diramato da Viale Trastevere.
La traccia (
clicca per vederla) contiene diverse imprecisioni, come il mancato utilizzo del genitivo sassone o errori nell'utilizzo dei verbi (ad esempio un «have» al posto di un «has»). Ma, secondo la professoressa Woodhouse, al di là degli errori grammaticali, comunque parecchi, è l'intero testo che dovrebbe essere preso e buttato nel cestino. Lo svarione non sta nell'aver preso pari pari da un sito Internet di argomento turistico il testo da proporre agli esaminandi (è comunque un documento), quanto la scelta di uno zeppo di errori, che potrebbe aver indotto gli alunni a commettere strafalcioni a loro volta. Anche le domande proposte ai candidati (l'esercizio vero e proprio, elaborato dal ministero) sono state oggetto delle correzioni della professoressa Woodhouse. «Sono un'insegnante severa - conclude l'insegnante -. Finito l'esame ho inviato la segnalazione come "privata cittadina indignata".»

Da Il Corriere della Sera del 19/06/2008

Esame di Stato 2008: tutte le prove scritte



Ecco il link dove trovare tutte le prove scritte, suddivise per tipo di scuola, dell'Esame di Stato 2008.


http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/esamedistato/secondo_ciclo/prove/2008/as2008.htm

Approvata la manovra economica triennale.

Ecco le novità per Scuola e Università all'interno della Manovra economica triennale del Governo, approvata ieri dal Consiglio dei Ministri.

SCUOLA, ARRIVA L'E-BOOK. Dal prossimo anno sarà possibile scaricare i libri di testo scolastici da Internet. I libri saranno prodotti a stampa e on line ed è ancora allo studio se imporre al collegio dei docenti di adottare esclusivamente libri utilizzabili nelle due versioni sin da subito o rinviare l'obbligo sino all'anno scolastico 2011-2012.

UNIVERSITÀ. Le Università pubbliche e quelle legalmente riconosciute potranno trasformarsi in fondazioni di diritto privato.

Per saperne di più e conoscere tutti i punti della manovra, ecco il link per Il Corriere della Sera.it
http://www.corriere.it/economia/08_giugno_18/scheda_manovra_contenuti_e4bd8908-3d73-11dd-bfea-00144f02aabc.shtml

mercoledì 18 giugno 2008

Seconda prova scritta Esame di Stato - Il tema di Pedagogia



Ecco il link dove si può trovare il titolo della seconda prova di Pedagogia dell'Esame di Stato del 2007. Può servire per sapere cosa, molto probabilmente, non sarà proposto quest'anno!


http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/esamedistato/secondo_ciclo/prove/2007/BRP1.PDF

Montale: anche i ministri sbagliano!



Il caso Montale "non inficia la validità dell'esame" di maturità. Lo precisa il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Mariastella Gelmini che assicura, inoltre, che saranno individuate le responsabilità e adottati gli opportuni e conseguenti provvedimenti. "Le responsabilità per le imprecisioni e l'errore contenuti nella traccia relativa alla poesia "Ripenso il tuo sorriso" di Eugenio Montale, proposta per la prova di italiano - ha spiegato il ministro - saranno individuate e saranno adottati gli opportuni e conseguenti provvedimenti. Quanto accaduto non inficia comunque la validità dell'esame. Gelmini ha, comunque, precisato che le indicazioni che accompagnano la poesia "non tracciano un percorso obbligato; possono essere anche discusse o ribaltate". Quello che conta - ha osservato - è l'analisi critica e l'interpretazione letteraria del testo. A questo proposito daremo opportune istruzioni a tutte le Commissioni. Credo sia opportuno rivedere il sistema e le procedure per la formulazione delle tracce medesime, decisamente troppo burocratiche, per lasciare ai maturandi maggiore libertà". La necessità di evitare, in futuro, i problemi che si sono più volte manifestati, richiede - ha aggiunto il ministro - "di aumentare il numero dei cosiddetti 'valutatori' (coloro i quali predispongono le prove) pur preservando l'assoluta riservatezza della definizione dei temi d'esame".

Autonomia e oltre...



Sempre a seguito dell'articolo di Francesco Giavazzi, di cui ho già parlato in un post di alcuni giorni fa, ecco un intervento della professoressa/scrittrice Paola Mastracola ("La scuola spiegata al mio cane" è uno dei suoi libri, ma ne ha scritto altri), su La Stampa del 18/06/2008. Il titolo dell'articolo é: Se vanno in cattedra i capricci. Condivido quanto afferma Mastracola, anche se sono convinta che la "libertà di insegnamento" di cui lei parla e che dovrebbe essere esercitata nei "modi dell'insegnare", non possa essere lasciata alla sola creatività del singolo docente. La didattica e la metodologia (ma anche la psicologia e la pedagogia) dovrebbero essere studiate e diventare patrimonio comune e condiviso di ogni docente. Va da sé che poi ogni insegnante ci metta tutta la passione, la creatività, l'empatia, il talento, l'umanità che la professione docente richiede.


"Ben vengano le nuove proposte in ambito scolastico, lanciate da Francesco Giavazzi sul Corriere della sera (15 giugno) e bene accolte dal ministro Gelmini il giorno dopo sempre sul Corriere, in merito al reclutamento degli insegnanti non più per concorsi nazionali e all’opportunità di una seria, e ben divulgata, valutazione dei risultati di ogni singola scuola.
Meno bene invece, a mio avviso, e persino preoccupante l’invito di Giavazzi a una «maggiore flessibilità nei percorsi di studio» secondo cui gli insegnanti sarebbero liberi di progettare i loro corsi, decidendo singolarmente che cosa insegnare. Aiuto! I contenuti in mano ai singoli, dunque? Sarebbe un ulteriore potenziamento di quell’idea, passata sotto il nome di Autonomia, che fu il centro ideologico della riforma Berlinguer e che da dieci anni ha messo solide radici nella scuola italiana ed è, secondo me, una delle cause che maggiormente ha contribuito allo sfascio culturale in atto, oggi purtroppo sotto gli occhi di tutti.
Molti guai dell’attuale ignoranza dei nostri giovani - drammaticamente misurata dai test nazionali e internazionali - sono dovuti a parer mio proprio all’allegra e molto «creativa» estroversione dei singoli docenti, detentori di un «saper altro» disinvoltamente soggettivo, che ha ormai ahimè decisamente vinto sul semplice (ma condiviso!) «sapere», ritenuto da qualche anno un valore piatto, modesto e decisamente frustrante. Abbiamo oggi, forse, studenti più allegri ed estroversi: peccato che abbiano perso, perlopiù, la normale conoscenza della lingua italiana nonché la capacità di leggere, scrivere e ragionare, ovvero quelle doti logiche e razionali che, mi sembra di poter dire, presiedono ancora e sempre presiederanno al normale uso del cervello e quindi sono e sempre saranno utili e imprescindibili per un eventualmente ancora auspicabile progresso cognitivo e culturale dell’umanità. O no?
L’autonomia nell’ambito della didattica presuppone il possesso di un bene che non siamo affatto certi che ogni singolo insegnante possieda: un’idea di cultura. Ogni detentore di autonomia dovrebbe, cioè, sapere con chiarezza che cosa è bene e fondamentale che i giovani imparino e che cosa invece è superfluo, inutile o addirittura dannoso. Ora, quanti insegnanti pensiamo che posseggano autonomamente tale visione culturale ampia e profonda? Pochini, direi...
E allora, vogliamo affidare la scuola italiana indistintamente all’autonomia di ottocentomila insegnanti (tanti occupano oggi la scuola italiana), ai loro singoli e certamente molto autonomi capricci, debolezze o ignoranze che dir si voglia? Teniamo dunque così poco allo specifico e altissimo valore della nostra cultura, ovvero a una koiné culturale che si è formata nei secoli e sarebbe nostro dovere, nonché piacere, continuare a trasmettere?
Faccio un esempio, che riguarda soltanto la materia che insegno io: Dante. Se lasciamo all’autonomia del singolo, Dante, verrà insegnato se va bene da un insegnante su cento, perché forse solo uno su cento ama, conosce e sa insegnare Dante. Otterremo quindi una percentuale irrisoria di giovani che conosceranno la Divina commedia. Gli altri studieranno invece tutt’altro, a seconda dei ghiribizzi dei loro professori, un tutt’altro di cui ci sfuggirà per sempre la necessità e l’omogeneità. È questo che vogliamo?
Certo che l’autonomia del singolo insegnante va preservata ed esaltata, con annessa tanto elogiata (in questi ultimi quarant’anni!) «creatività»: ma chiamiamola piuttosto libertà d’insegnamento, e chiariamo che essa non si esercita tanto nei contenuti quanto nei modi, ovvero nella libera e «creativa» arte del far lezione. Lì sì che si dimostrerà il talento, la personalità e la cultura del singolo: nel far lezione, non certo nella scelta di far leggere i quotidiani in classe o fare ricerche sulla cucina medievale, al posto di studiare Dante, Petrarca e Omero.
Infine, perché affidarci ai pensieri arbitrari ovvero ai gusti di ottocentomila menti, e non alla mente di quella ventina di personaggi illustri e capaci - alcuni premi Nobel! - a cui offrire la presidenza di commissioni nazionali su ogni singola materia? Ad esempio Pietro Citati per la letteratura e Carlo Rubbia per la Fisica, Rita Levi Montalcini e Margherita Hack per le scienze. Potrebbero, dette commissioni, approntare programmi nuovissimi per le nuovissime generazioni, e magari poi ogni cinque anni aggiornarli. Avremmo così assicurato quel legame stretto tra saperi e modernità che tanto ci preme, ma anche qualche minimo eppur fondamentale punto fermo nel mare magnum dei saperi, qualche scoglio che ci salvi dalle onde anomale (cioè, autonome...) del non-sapere: ad esempio la conoscenza dell’ortografia e della grammatica, beni oggi negletti e destinati all’estinzione, poveri dinosauri che si aggirano ancora per poco, ormai soli e sperduti, in qualche anfratto o umida cantina delle nostre scuole".
Da "La scuola spiegata al mio cane" un breve stralcio in cui la scrittrice fa un'analisi amara della scuola di oggi.
La scuola che si adegua è la scuola che non fa lezione, ma brain-storming e uscite didattiche, non boccia, ma recupera; non chiede, ma offre; non segue programmi, ma percorsi; non fa letteratura, ma comunicazione; non chiede il tema, ma l’articolo di giornale; non fornisce contenuti, ma metodi; non fa vita e opere, ma analisi del testo; non impone libri da leggere, ma lascia scegliere. Evita all’allievo: la frustrazione del foglio bianco; l’umiliazione di avere un professore sapiente; la fatica di imparare delle nozioni; l’imbarazzo di prendere 4 in pagella; l’impegno di fare cose difficili; la noia di leggere un libro troppo lungo.
Abbiamo perso definitivamente l’idea di studio…”
Dovremmo guardare, scrive ancora Paola Mastrocola, “le conseguenze dello smantellamento, avere il coraggio di tenere gli occhi sbarrati e guardare le rovine, perché di rovine si tratta. Se dovessimo riassumere le rovine, ne illustrerei due: il permissivismo ha permesso l’ineducazione scolastica (nessuno di noi oggi è più in grado di tenere sotto controllo la normale disciplina di una classe, cioè semplicemente il fatto che quando l’insegnante parla non parlano insieme anche i ragazzi). E l’azzeramento (o riduzione) dei contenuti ha prodotto l’ignoranza.
Capisco che sia doloroso e imbarazzante girarsi a guardare le proprie rovine, ma credo si debba fare…”

Berlusconi e dintorni


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(vignetta copiata "democraticamente" da MicroMega.it)

Esame di Stato 2008: le tracce di Italiano





Ecco le tracce della prima prova. Sei ore a disposizione, vietati i telefonini.
Montale, la condizione della donna, la Costituzione e lo straniero nell'arte, sono queste le tracce della prova di Italiano di quest'anno, uguali per tutti gli indirizzi.
Gli istituti tecnici hanno il maggior numero di candidati (37,8%), seguiti dai licei scientifici con il 21,5. Gli studenti avranno 6 ore a disposizione per terminare il proprio compito.
Per la prova d'Italiano sono confermate le tipologie adottate negli anni scorsi e dunque gli studenti possono scegliere tra l'analisi di un testo letterario, la produzione di un saggio breve o di un articolo di giornale (questi due scelti tra i diversi ambiti di riferimento: storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico), il tema di argomento storico o di attualità.
I candidati potranno consultare il dizionario di italiano e non potranno uscire prima di tre ore dalla dettatura del tema.
Cellulari, videotelefonini, palmari, pc portatili e qualsiasi dispositivo a luce infrarossa o ultravioletta sono severamente messi al bando e qualsiasi collegamento delle scuole con internet stamani sarà disattivato.
Ecco i titoli:
  1. Ripenso il tuo sorriso, di Eugenio Montale da Ossi di Seppia.
    "Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida scorta per avventura tra le pietraie d'un greto, esiguo specchio in cui guardi un'ellera e i suoi corimbi; e su tutto l'abbraccio di un bianco cielo quieto. Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano, se dal tuo volto si esprime libera un'anima ingenua, vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua e recano il loro soffrire con sé come un talismano. Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma, e che il tuo aspetto s'insinua nella memoria grigia schietto come la cima di una giovane palma..."
  2. Costituzione, articolo 24: "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari".
  3. Condizione femminile. "Cittadinanza femminile e condizione della donna nel divenire del '900. Illustra i più significativi mutamenti intervenuti nella condizione femminile sotto i diversi profili (giuridico, sociale, culturale) e spiega le cause e le conseguenze. Puoi anche riferirti a figure femminili di particolare rilievo".
  4. La comunicazione. "Comunicare le emozioni. Un tempo per farlo si scriveva una lettera, oggi un sms o una mail. Così idee e sentimenti viaggiano attraverso abbreviazioni, in maniera veloce e funzionale. Non è possibile definire questo cambiamento in termini qualitativi, si può però prendere atto della differenza delle modalità di impatto che questa nuova forma di comunicazione ha sulle relazioni tra gli uomini. Quanto quella di ieri era una comunicazione anche fisica, fatta di scrittura, impronte, odori e attesa, tanto quella di oggi è impersonale e immediata. Discuti la questione proposta illustrandone, sulla base delle tue conoscenze ed esperienze, gli aspetti che ritieni più significativi".

    Maggiori dettagli su:
    http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/esamedistato/secondo_ciclo/prove/2008/P000.htm