domenica 28 giugno 2009

L'esame ai tempi di Berlusconi


Condivido in pieno l'acuta analisi fatta dall'autrice di questo articolo. Il tanto sbandierato "rigore antisessantotto" del ministro Gelmini si è un po' arenato nelle sabbie della banalità e dell'esiguo spessore culturale dei testi proposti.
Ci aveva promesso il Ministro Gelmini una provvidenziale semplificazione per le tracce d’Esame. Invece, sette pagine fitte, inutilmente prolisse, fotocopie per ogni candidato, spese inutili in relazione all’esito: gli studenti, nonostante saggi brevi e articoli di giornale e testi di riferimento, svolgono sempre un tema tradizionale.
Analizziamone qualcuna.
1. Tipologia A - Analisi del testo
Fiacche e inutili le richieste su Svevo: un riassunto senza finalità, un commento di “sufficiente ampiezza”. Tuttavia, lo studente che avesse letto il Romanzo, ha potuto scrivere, anche al di là delle domande.
2. Tipologia B – Saggio breve o articolo
Per l’ambito Artistico – letterario, l’argomento da trattare è “Innamoramento e amore” e, di conseguenza, il primo testo su cui si devono impegnare le dotte chiose dei nostri studenti, è di Francesco Alberoni, cui fanno da corollario, buoni secondi e terzi e poi a seguire, Catullo, Dante, Leopardi, Gozzano e Cardarelli.
Il maestro di pensiero è quindi, per i nostri esperti, Francesco Alberoni il cui omonimo libro, del ’79, è indicato come del 2009, forse per indicarne la permanente attualità e spingere alla vendita di qualche ulteriore copia, vista la ristampa.
Nessun insegnante di Italiano che si rispetti sottoporrebbe agli studenti un testo simile, se non come testo di discussione per desumerne le inconsistenze linguistiche e le ragioni sociologiche del successo.
Come è la luce per Alberoni? Accecante. Qual è il premio per la vita? La felicità. Come è la vita cui ci porta l’innamoramento? Superiore. Com’è la condizione dell’innamoramento? L’estasi e il tormento, il paradiso o l’inferno. E tristi tropi linguistici di tal genere.
E dire che ancora qualche buon docente fa lezioni di stile in cui l’aggettivazione e la costruzione linguistica si insegna e si sorveglia. Come è la notte? Non certo buia e tempestosa.
3. L’ambito storico-politico è dedicato alla cultura giovanile. Le immagini proposte, da James Dean alla Parigi del 1968, dai pacifisti a Facebook, danno occasioni di commento per uno studente di buono spessore culturale. Sono i testi invece a guidare lungo le linee ideologicamente implicite dei compilatori della proposta: dal buon Hobswam, sempre di spessore, a tale L. Tomasi, che non sono riuscita nemmeno a trovare in internet, che qualche anno prima del 2000 scrive che la “cultura giovanile sta ad indicare l’intrinseca capacità che i giovani hanno di autodefinirsi nei loro comportamenti valoriali all’interno della società di cui sono parte”. Il percorso insomma passa dalla contestazione all’autodefinizione. Sono passati dieci anni e gli esperti del Ministero non hanno trovato nulla di nuovo sui giovani? Dove vivono? In quale bolla atarassica? Bastava prendere qualche pagina degli ultimi rapporti CENSIS sui giovani, tanto per indicare testi non troppo connotati, per tirar fuori il naso dalla bolla.
4. L’ultima chicca è la traccia di ordine generale che tutti si aspettavano. Lo avevo dato come scommessa al cento per cento: i vent’anni dalla Caduta del Muro di Berlino.
Su tale nodo della storia, nessuna richiesta di approfondimento, di valore storico precisamente.
Bisogna invece che il candidato esprima la propria opinione sul significato di “libertà” e “democrazia”. Concetti difficilissimi se non connotati di spessore storico, abusati anche nelle denominazioni dei partiti che quanto meno hanno all’interno forme di discussione e procedono per acclamazioni, tanto più si fregiano della parola libertà. Per non parlare del concetto di democrazia su cui si è aperto un dibattito ampio e interessantissimo negli ultimi anni che sfugge agi nostri esperti (chi sono mai?).
E poi, un consiglio, sempre agli ignoti esperti: diano del Lei agli studenti, almeno nelle richieste degli Esami di Stato. Ancora qualche bravissimo insegnante usa il Lei con gli studenti. Sono i più bravi e i più autorevoli senza falsi buonismi di superficie
.

di Beatrice Mezzina

1 commento:

lino da lecce ha detto...

Già forse perchè i burocrati incaricati di stendere le prove d'esame sono sempre quelli nominati per meriti di schieramento dai governi precedenti